Intervista al Dott. Diego Moriconi – Specialista in Nefrologia
Dott. Moriconi, partiamo da una domanda semplice: perché l’acqua è così importante per i reni?
“Perché svolge un ruolo essenziale nell’eliminazione delle scorie e nel mantenere l’equilibrio idro-elettrolitico. Tuttavia, il discorso è più complesso di quanto si creda. Bere ‘tanto’ non sempre equivale a ‘bene’, soprattutto in presenza di patologie.”
In estate si sente spesso dire: ‘Bevi di più, soprattutto gli anziani’. È un consiglio valido?
“Sì, ma con attenzione. Negli anziani la percezione della sete è ridotta, e terapie come i diuretici aumentano il rischio di disidratazione. Tuttavia, in chi ha malattie renali o scompenso cardiaco, un eccesso d’acqua può causare ritenzione idrica, iponatriemia o persino edema polmonare. Non esistono regole universali: servono valutazioni personalizzate.”
C’è chi crede che ‘bere molto pulisca i reni’. Cosa risponde?
“Che è un falso mito pericoloso. L’acqua non ‘lava’ i reni, e in pazienti con insufficienza renale avanzata, o che perdono proteine con le urine, o in dialisi, l’eccesso può sovraccaricare l’organismo. Il vero problema è la disinformazione: molti pazienti seguono consigli generici trovati online, senza considerare la loro storia clinica.”
In quali situazioni l’idratazione è particolarmente importante?
“Interventi chirurgici, uso di mezzi di contrasto iodati o farmaci nefrotossici (come antinfiammatori e alcuni antibiotici) aumentano il rischio di danno renale acuto. In questi casi, una corretta ed abbondante idratazione è cruciale, ma deve essere comunque monitorata.”
Qual è il suo messaggio per i pazienti?
“L’equilibrio è la chiave. L’acqua è vitale, ma il ‘fai da te’ può essere rischioso. Invito sempre a consultare un nefrologo per ricevere indicazioni su misura. In medicina, soprattutto in nefrologia, nulla è più sbagliato del ‘one size fits all’.”
Un ultimo consiglio pratico per l’estate?
“Ascoltate il vostro corpo e rivolgetevi a uno specialista se avete condizioni croniche. E ricordate: la sete è un buon indicatore, ma in anziani o pazienti fragili può arrivare in ritardo. Piccoli sorsi frequenti sono meglio di grandi quantità occasionali.”