Tumore al seno: con la Mammografia 3D in tomosintesi la cura e la prevenzione sono sempre più efficaci
Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente nel sesso femminile e ne rappresenta la prima causa di morte. Negli ultimi decenni, nonostante un costante incremento dell’incidenza di questa patologia, abbiamo registrato una progressiva riduzione della mortalità.
L’evoluzione della diagnostica e la cultura della prevenzione hanno permesso di aumentare il numero di tumori identificati ai primi stadi di sviluppo, quando il trattamento ha maggiori probabilità di essere efficace e meno invasivo.
In Toscana, la Casa di Cura San Rossore rappresenta un centro di eccellenza per la diagnostica senologica: è uno dei primi centri in Italia ad offrire alle sue pazienti un innovativo macchinario che consente una diagnostica ancora più accurata per l’individuazione di lesioni al seno. Si tratta della Mammografia con tomosintesi, più comunemente conosciuta come Mammografia 3D, per la particolarità di riuscire a ricostruire figure volumetriche e tridimensionali.
La mammografia in 3D riesce ad individuare un numero maggiore di lesioni mammarie, riducendo la necessità di ulteriori approfondimenti diagnostici che spesso, richiedendo tempi lunghi, sono ulteriore fonte di ansia per le pazienti che attendono un responso medico. Ci spiega questa tecnica la dott.ssa Anna Cilotti, specialista in Radiodiagnostica Senologica presso la clinica toscana.
Quando è necessario ricorrere a questo tipo di indagini diagnostiche?
Tali indagini si applicano sia nel controllo della paziente asintomatica che nella verifica della paziente sintomatica. Nel primo caso, come prevenzione nella convinzione che la diagnostica precoce rappresenti la prima soluzione ai problemi senologici; nel secondo caso nella convinzione che la diagnosi e la stadiazione pre-operatoria rappresentino la prima soluzione al problema intercorso.
Ci spiega cos’è e come funziona la Mammografia in tomosintesi?
La tomosintesi è una tecnica innovativa approvata dall’agenzia americana “Food and Drug Administration” ed è rappresentata da una versione tridimensionale ad alta definizione della mammografia digitale. Questa tecnologia combina immagini convenzionali acquisite a due dimensioni con immagini tridimensionali multistrato ottenibili da un macchinario, la tomosintesi appunto, che anzichè restare fissa, ruota intorno al seno e consente di ricostruirne figure volumetriche.
In pratica, fermo restando mammella e detettore, il tubo si muove descrivendo un arco di 40°, raccogliendo una serie di proiezioni da angolazioni diverse e separando i vari piani della mammella. Un software di ricostruzione consente l’indagine dell’intero volume e l’acquisizione di una proiezione centrale (2D sintetica) analoga alla 2D.
In pratica la mammella viene scomposta in tante immagini che poi vengono sovrapposte fino a ricostruire la figura completa, permettendo così al medico di osservarla al meglio e di individuare eventuali anomalie o patologie altrimenti non riconoscibili. L’opportunità di dissociare piani diversi da parte della tomosintesi fa ritenere possibile una riduzione del numero di falsi negativi e di falsi positivi, dovuti alla sovrapposizione permettendo un sostanziale miglioramento del rilevamento e dell’analisi delle lesioni: convincimento della loro presenza e certezza della loro assenza.
Quali sono i vantaggi per la paziente?
L’esame dura soltanto pochi secondi in più. La dose di esposizione è praticamente sovrapponibile usando la strategia della 2D sintetica. L‘accuratezza diagnostica è maggiore soprattutto nelle pazienti giovani, perché la particolare densità “radiologica“ del loro seno
può essere responsabile di mascheramento di lesioni per sovrapposizione dei vari tessuti e piani. Questo strumento ci consente quindi una analisi più approfondita, con conseguente riduzione del tasso di richiami e di esami aggiuntivi, fonte di discomfort psicologico e meccanico legato alla compressione.
Quali sono i vantaggi per il medico?
Per un medico avere a disposizione questa strumentazione ha vari vantaggi. La mammografia 3D fornisce informazioni più dettagliate, perché si vedono meglio le varie «strutture e livelli» dei tessuti mammari; ha una maggiore sensibilità, e quindi capacità di identificare il cancro e una maggiore specificità, perché riconosce come tali le immagini falsamente dubbie.
Ci sono controindicazioni?
Non ci sono controindicazioni. L’esame radiologico, come ogni altra indagine radiologica, deve essere gestita dallo specialista in maniera da ottenere il massimo di informazioni in termini di accuratezza diagnostica. La presenza del medico radiologo specialista in senologia assicura la migliore utilizzazione, impiegando l’indagine nelle pazienti che sicuramente se ne avvantaggiano ed evitandone l’utilizzo in presenza di macrocalcificazioni, clip metalliche, corpi estranei presenti nei tessuti mammari che possono ostacolare o falsare l’informazione diagnostica. Analogamente l’utilizzo della metodica in pazienti con impianti può creare perdita di informazione. Quindi essenziale è la personalizzazione del percorso diagnostico dopo aver preso visione dell’anamnesi e dell’imaging precedente.