Centro di Patologia Vulvare e Vaginale
Il nostro centro è un punto di riferimento per la diagnosi, il trattamento e la gestione delle patologie vulvari e vaginali, con un approccio altamente specializzato e multidisciplinare. Grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia e l’expertise del professionista, offriamo percorsi personalizzati per garantire cura, supporto e benessere alle nostre pazienti.
Le patologie vulvari e vaginali comprendono un articolato insieme di diverse condizioni cliniche che interessano i genitali esterni e la vagina, come dismorfismi anatomici, infezioni genitali (acute, croniche o recidivanti), infiammazioni, più o meno spiccati quadri distrofici menopausali, esiti di traumi o sindromi dolorose genitali, dermatosi ed altre affezioni cutanee vulvari di diversa natura.
Tra le più comuni patologie della vulva ci sono infatti le flogosi da contatto, su base irritativa o allergica, le vaginiti (come quelle infettive, i condilomi genitali, le micosi da Candida o le infezioni batteriche o virali come quelle da herpes e le altre malattie sessualmente trasmesse), le vaginosi, la vulvodinia ed il dolore pelvico cronico, i disturbi urinari, le dermatosi vulvari su base autoimmunitaria come il lichen sclerosus ed il lichen planus a rischio di degenerazione tumorale, malattie psicosomatiche come il lichen simplex cronico, e diverse condizioni e lesioni precancerose fino alle vere e proprie neoplasie maligne vulvari e/o vaginali. Ci sono poi le mutilazioni genitali femminili ed i possibili esiti anatomo-funzionali genitali, così come alterazioni anatomiche genitali, dismorfismi congeniti o acquisiti che possono inficiare la vita sociale e sessuale nella loro interezza e poliedricità.
Le affezioni che interessano la vulva infatti possono avere delle gravi ripercussioni sulla sfera psico-emotiva della paziente affetta, e dunque un importante impatto sulla qualità di vita e sull’intimità di coppia. La sessualità e lo stesso piacere sessuale sono intrinsecamente connessi agli organi genitali esterni, sia sul piano fisico-anatomico che archetipicamente, e dunque risultano evidenti tutti i possibili risvolti psicologici e sessuali di una patologia che interessa la vulva.
Di seguito, alcune patologie vulvari e vaginale spiegate nel dettaglio:
- Lichen sclerosus vulvare: Il lichen sclerosus vulvare è una dermatosi vulvare cronica autoimmune con predisposizione genetica che colpisce prevalentemente le donne, e anche se considerata una patologia rara, si stima che interessi dal 2 al 5% della popolazione femminile italiana. Tale incidenza riportata in letteratura è oltretutto probabilmente sottostimata, visto la sua non facile diagnosi, che può sfuggire anche ad un occhio clinico esperto. I sintomi principali includono prurito intenso vulvare, bruciore o senso di secchezza genitale, che possono portare ad un disagio significativo nella qualità di vita delle pazienti. I segni clinici tipici comprendono aree di pelle bianca, sottile e atrofizzata, ma sono possibili numerose varianti e manifestazioni cliniche anche a seconda dell’evoluzione della malattia e di possibile infezioni concomitanti. La diagnosi viene generalmente effettuata attraverso un esame medico specialistico e talora con una biopsia per confermare la diagnosi e/o per escludere altre patologie. Una volta posta una diagnosi certa, il trattamento di prima linea prevede l’uso di corticosteroidi topici, che aiutano a ridurre progressivamente l’infiammazione cronica e alleviare i sintomi. È importante anche monitorare nel tempo la condizione della patologia, poiché il lichen sclerosus se non adeguatamente trattato ha un rischio di grave degenerazione neoplastica che aumenta con la durata della malattia non controllata.
- Candidosi genitale: Le micosi genitali nelle donne, comunemente causate da funghi come la Candida albicans, rappresentano una delle infezioni genitali più frequenti nelle donne a tutte le età. In letteratura medica si riporta un’elevata incidenza: le micosi genitali interessano circa il 75% delle donne nel corso della vita. I sintomi principali includono prurito genitale intenso, bruciore, arrossamento e spesso perdite vaginali bianche e dense, simili alla ricotta. I segni clinici possono variare, ma spesso si osservano irritazione e flogosi della vulva e della vagina. La diagnosi viene effettuata attraverso un esame ginecologico e l’analisi delle perdite vaginali, che può includere un esame microscopico o una coltura per identificare lo specifico fungo responsabile dell’infezione. Il trattamento di prima linea prevede l’uso di antimicotici topici o orali, a seconda della gravità dell’infezione. È importante anche adottare misure preventive, sia per evitare il contagio sia per limitare le recidive infettive, come mantenere una corretta igiene intima, adeguate norme dietetiche e indossare biancheria intima traspirante. Infine, se le micosi genitali si ripetono frequentemente, possono cronicizzarsi dando luogo a gravi manifestazioni cliniche genitali su base infiammatoria.
- L’infezione genitale da Herpes virus: L’infezione genitale da herpes virus, causata principalmente dal virus herpes simplex di tipo 2 (HSV-2), ma oggi anche dal virus herpes simplex di tipo 1 (HSV-1) è una condizione comune tra le donne, ed è considerata la più frequente infezione sessualmente trasmessa soprattutto nelle ragazze. Si stima un’incidenza che varia dal 10% al 30% nella popolazione adulta. I sintomi iniziali possono includere prurito, bruciore e dolore nella zona genitale, seguiti spesso dalla comparsa di vescicole dolorose che si rompono, formando ulcere. Questi segni possono accompagnarsi a sintomi sistemici come febbre, malessere e linfonodi inguinali ingrossati. La diagnosi viene generalmente effettuata attraverso l’osservazione clinica delle lesioni e, in alcuni casi, tramite test di laboratorio, come la PCR o la coltura virale. Il trattamento standard si basa sull’uso di antivirali orali, come l’aciclovir, che possono ridurre la gravità e la durata dei sintomi, oltre a diminuire la frequenza delle recidive. È fondamentale anche informare i partner sessuali e adottare pratiche sessuali sicure per prevenire la trasmissione del virus in fase di attiva replicazione.
Le difficoltà nel diagnosticare e trattare le patologie del cosiddetto distretto vulvo-vestibolo-vaginale sono dovute essenzialmente alla necessità da parte del ginecologo di avere seguìto un percorso formativo accademico specifico e di aver sviluppato skills ultraspecialistiche in questo complesso ambito clinico.
Innanzitutto infatti, la maggior parte di queste patologie raramente si riscontra da sola, ma quasi sempre invece è associata ad altre condizioni morbose che complicano il quadro clinico, come per esempio infezioni genitali concomitanti. Oltretutto frequentemente queste patologie insorgono su quadri distrofici menopausali da carenza estrogenica più o meno severa, confondendo quindi e complicando la condizione clinica. Inoltre infine questi disturbi, anche se di diversa origine ed evoluzione, possono tutti manifestarsi con sintomi più o meno aspecifici quali prurito, discomfort genitale, bruciore diffuso o dolore localizzato, irritazione esterna e/o interna, dolore ai rapporti e secrezioni anomale.
Non è raro poi che certe patologie possano anche insorgere e progredire in modo subdolo con una scarsa sintomatologia e quadri clinici complessi, con conseguente notevole ritardo nella diagnosi, fino ad poter esitare in gravi o irreversibili menomazioni anatomiche e/o funzionali dei genitali, con profondo impatto fisico e psicologico sulla qualità di vita sociale e sessuale delle donne affette.
Area di intervento e percorsi terapeutici, qualità di vita e sessualità
Il trattamento dipende dalla causa specifica della condizione patologica, e varia, a seconda della sede interessata dalla patologia, da terapie antinfiammatorie a terapie antinfettive, corticosteroidi, terapie immunomodulanti e trattamenti eutrofizzanti, norme igienico-comportamentali, indicazioni dietetiche, fino ad interventi chirurgici mini-invasivi di plastica vaginale per ripristino anatomico-funzionale (eccessiva beanza o restringimento dell’introito vaginale) o per controllo del dolore.
Un corretto indirizzamento clinico-terapeutico che può avvalersi quindi tanto di presidi farmacologici quanto di interventi chirurgici mini-invasivi “patient-tailored”, sarà mirato al trattamento delle lesioni e dei disturbi delle donne nella loro complessità ed unicità, con attenzione tanto alla funzione sessuale quanto all’estetica genitale.
Dott. Stefano Basile
Direttore Scientifico Commissione Aogoi per la Dermatologia applicata alla Ginecologia e all’Ostetricia
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