Emicrania cronica: una nuova terapia disponibile in Casa di Cura San Rossore

L’emicrania rientra fra le patologie più frequenti, colpisce di più le donne e in età giovanile, in Italia ne soffrono in maniera cronica circa nove milioni ed è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità fra le cause più invalidanti con ricadute pesanti sul lavoro, dove fa registrare il 14% di assenze totali. Secondo le statistiche più aggiornate ha colpito almeno una volta con un attacco forte 15 milioni di italiani.
Per la prevenzione e cura dell’emicrania oggi è disponibile presso la Casa di Cura San Rossore una nuova classe di farmaci definita dagli esperti “rivoluzionaria”, rappresentata da alcuni anticorpi monoclonali, che promette un forte miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
Ne parliamo con il Dottor Luigi Murri, Professore di Neurologia, già Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Pisa.

Questa cefalea ha vari sottotipi ma la forma più comune è rappresentata dell’emicrania “senza aura”. Di cosa si tratta e quali sono i sintomi?

Si manifesta con dolore molto intenso, in genere pulsante, localizzato in sede fronto-temporale e orbitario di un emicranio, con durata da alcune ore a tre giorni; si associa nausea o vomito, ipersensibilità alla luce, suoni, odori, arrossamento congiuntivale, parziale chiusura delle palpebre, senso di “naso chiuso”.
Meno frequente è l’emicrania “con aura” in cui il dolore è preceduto da disturbi della visione o della sensibilità o motilità di un emicorpo ma specie del volto e mano, o dell’articolazione del linguaggio, o con vertigini fino a dare un’alterazione della coscienza. Questi disturbi durano da 15 a 60 minuti e poi scompaiono rapidamente con l’insorgere del tipico dolore emicranico.

Come si cura?

Il trattamento di questo tipo di cefalea, che risponde poco o parzialmente ai comuni antiinfiammatori o analgesici, è nettamente migliorato con l’introduzione dei triptani che però agiscono sul singolo episodio senza influenzarne la frequenza.
Questo è l’altro problema che pone il soggetto emicranico che può avere più di 10 crisi al mese (forma episodica) o peggio ma più rara la forma “cronica” in cui il dolore è presente per almeno 15 giorni al mese.
In passato vi sono stati vari tentativi per ridurre il numero degli attacchi o ridurre la loro intensità e durata utilizzando farmaci antidepressivi, antiepilettici o con attività sul sistema cardiocircolatorio, ecc. ma con limitati risultati e frequenti effetti collaterali.

Per evitare il rischio più grande dell’emicrania, la cronicizzazione, oggi è disponibile una nuova classe di farmaci rivoluzionaria, gli anticorpi monoclonali.

L’innovazione attuale deriva dalla scoperta del ruolo patogenetico del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) che attraverso un meccanismo di vasodilatazione e di infiammazione interviene nella trasmissione del dolore. Sono stati quindi sviluppati anticorpi monoclonali che agendo su CGRP o sul recettore rappresentano il primo trattamento selettivo per la prevenzione dell’emicrania.

Come funziona la terapia e a quale tipologia di paziente viene prescritta?

Con un’unica somministrazione al mese oppure ogni tre mesi, il farmaco previene frequentemente in modo stabile l’insorgenza delle crisi. Si tratta di terapie di prevenzione, sono cure della malattia.
La terapia dovrebbe essere somministrata a soggetti con frequenti episodi o con forma cronica che non hanno risposto alle terapie tradizionali.