Diabete: è allarme rosso, milioni gli italiani colpiti, fondamentali prevenzione e diagnosi precoce

È allarme rosso per il diabete, nel mondo e anche in Italia: nel nostro Paese i diabetici sono infatti 4 milioni, ai quali si aggiunge un milione di persone che ancora non sa di essere malato ed altri 7 milioni in condizioni di pre-diabete. In totale, dunque, 12 milioni di italiani sono toccati da questa malattia (che nel mondo colpisce 425 milioni di persone).

È il quadro tracciato dalla Società italiana di diabetologia (Sid) in occasione della Giornata mondiale del Diabete che si celebra il 14 novembre.

Ne parliamo con il dottor Giovanni Gravina, Responsabile del Centro per i Disturbi Alimentari e del Metabolismo della Casa di Cura privata San Rossore di Pisa, esperto nella diagnosi e cura del diabete che ci spiega: «Presso la nostra clinica è possibile rivolgersi a specialisti esperti per la diagnosi e la terapia del diabete, così come per il counseling dietetico, la riabilitazione nutrizionale e i programmi di attività fisica. Grazie alla collaborazione con i medici specialisti delle diverse branche interessate, al laboratorio di analisi e ai servizi diagnostici strumentali della Casa di Cura, nella nostra struttura è possibile il monitoraggio e la completa gestione della malattia e delle sue complicanze per fornire il miglior trattamento delle problematiche cliniche del paziente».

Esistono due tipi di Diabete: quali sono le differenze?

Si distinguono due forme cliniche: il diabete tipo 1, che insorge più spesso in età giovanile, interessa circa il 10% delle persone con diabete (300.000 in Italia) ed è dovuto alla ridotta produzione di insulina nel pancreas (per questo è indicato anche come diabete insulino-dipendente) e il diabete tipo 2, che è la forma più diffusa (circa il 90% dei casi, in Italia 3 milioni di persone), insorge più spesso in età adulta/avanzata ed è legato a un difetto dell’azione dell’insulina nelle cellule dell’organismo. Il sovrappeso e l’obesità sono associati al diabete tipo 2 in quasi l’80% dei pazienti.

Parliamo di sintomi, cosa non bisogna sottovalutare?

I sintomi e il decorso della malattia sono molto variabili. Il tipo 1 può avere un esordio acuto (spesso a seguito di un episodio infettivo o febbrile) e i sintomi a cui prestare attenzione, anche in una fase iniziale di malattia, sono stanchezza, sete eccessiva, elevata quantità di urine, perdita di peso. Il tipo 2 ha invece un decorso lento, può rimanere silente anche per anni e i sintomi diretti (analoghi a quelli del tipo 1) possono essere molto sfumati e tardivi, tanto che in molti casi i primi sintomi clinici sono legati più alle complicanze che alla malattia in sé.

Quali sono gli esami per diagnosticare il diabete?

Per la diagnosi di diabete esistono precisi criteri, relativi ai valori della glicemia a digiuno e alle variazioni della glicemia dopo assunzione di glucosio (rilevabili con la curva da carico glucidico).

Insieme al diabete propriamente detto, occorre ricordare anche l’esistenza di altre alterazioni del metabolismo degli zuccheri, comunemente indicate col termine di “pre-diabete” che non indicano la presenza di malattia ma un elevato rischio di svilupparla e un maggior rischio di eventi cardiovascolari. Utili alla diagnosi sono anche il dosaggio plasmatico del C-peptide (marker della funzione beta-cellulare) e la ricerca di specifici anticorpi markers di autoimmunità.

In caso di diabete conclamato, è importante prevenire e rallentare la progressione dei danni controllando il quadro metabolico e il possibile impatto degli altri possibili fattori in gioco (ad esempio pressione arteriosa, peso corporeo e adipe addominale).

Il periodico controllo degli esami di laboratorio deve includere, insieme a glicemia, emocromo ed urine, anche l’emoglobina glicata – HbA1c (marker indicativo dell’andamento della glicemia nel tempo), gli indici di funzione renale ed epatica, il colesterolo (totale, HDL e LDL) e i trigliceridi. Inoltre, anche in assenza di sintomi, sono necessari gli adeguati controlli specialistici degli organi bersaglio, cioè occhio, rene, sistema nervoso e sistema cardiovascolare, con le opportune periodiche indagini strumentali diagnostiche.

Come si cura questa malattia, esistono ad oggi terapie efficaci?

La base del trattamento della malattia diabetica è sempre l’adozione di uno stile di vita adeguato, con sane abitudini alimentari e attività fisica, necessaria per tutti i soggetti diabetici e, a maggior ragione, per i soggetti con sovrappeso e obesità.

La terapia farmacologica del diabete si avvale di molti farmaci, di vario tipo con diversi meccanismi d’azione, e di diversi tipi di insulina, con differente durata d’azione. L’uso dell’insulina è più tipico del diabete di tipo 1, ma talora è necessario anche in soggetti con diabete di tipo 2.

La scelta del tipo di dieta e di esercizio fisico, così come l’eventuale scelta dei farmaci da utilizzare, dipendono da molti fattori, come età, tipo di diabete, peso corporeo, per questo le opportune indicazioni devono essere fornite e monitorate da specialisti esperti.