Patologie cardiovascolari: cosa sono e quali sono i principali fattori di rischio

INTERVISTA AL DOTT. FRANCESCO DE SANCTIS

Le malattie cardiovascolari costituiscono ancora uno dei maggiori fattori di causa di mortalità.
Intervistiamo il Dott. Francesco De Sanctis, medico specialista della Casa di Cura San Rossore, per capire in che modo è possibile prevenire queste malattie.

Quali sono i maggiori fattori di rischio e chi può essere maggiormente colpito?

I fattori di rischio cardiovascolare sono convenzionalmente suddivisi in due categorie:

  • Non modificabili: età, sesso, predisposizione genetica familiare.
  • Modificabili, vale a dire notevolmente influenzati dallo stile di vita: fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, obesità, sedentarietà, abuso di alcolici, stress.
  • Quali sono i controlli a cui sottoporsi e ogni quanto è consigliato farlo?

    E’ raccomandabile che i pazienti con uno o più fattori di rischio cardiovascolare si sottopongano a periodiche valutazioni cardiologiche. Anche in assenza di sintomi, una prima visita è consigliabile negli uomini sopra i 40 anni e nelle donne dopo la menopausa. Una volta stimato il rischio cardiovascolare, dopo aver approfondito la storia anamnestica ed aver accuratamente visitato il paziente, il cardiologo stabilisce l’iter diagnostico-terapeutico; la cadenza dei controlli varia in relazione al quadro clinico-strumentale del singolo paziente.

    La visita e l’elettrocardiogramma sono gli elementi fondamentali della valutazione cardiologica; in caso di necessità il cardiologo può eseguire ulteriori esami strumentali di approfondimento diagnostico.

    Quali sono le buone abitudini utili a prevenire queste patologie o a ridurre il rischio di incidenza?

    Per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari la prima terapia è senza dubbio lo stile di vita: una dieta sana ed equilibrata, una moderata attività fisica, l’assoluta astensione dal fumo ed il controllo del peso corporeo sono elementi imprescindibili di prevenzione cardiovascolare. Il monitoraggio periodico della pressione arteriosa, del profilo glucidico e lipidico permettono di intraprendere, qualora necessario, terapie farmacologiche specifiche che riducono il rischio di eventi cardiovascolari.

    Dopo una diagnosi o un evento cardiaco che stile di vita sarebbe preferibile adottare?

    Dopo un evento cardiovascolare si parla di prevenzione secondaria. E’ importante sottolineare che le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei paesi industrializzati e che l’infarto miocardico acuto può esordire con un evento fatale extra-ospedaliero. E’ pertanto indispensabile la prevenzione primaria, volta a ridurre il rischio di eventi, e l’adeguata formazione dei cittadini affinché sappiano come comportarsi in caso di sintomi sospetti. A tal proposito vorrei sottolineare che in caso di dolore toracico o epigastrico (alla bocca dello stomaco) persistente o di difficoltà respiratoria ingravescente è sempre opportuno allertare il servizio di emergenza chiamando il 118.

    Anche dopo un infarto miocardico è fondamentale un corretto stile di vita ed uno stretto controllo dei fattori di rischio per ridurre il rischio di recidive e di complicanze e per garantire una buona qualità ed aspettativa di vita. Tutti i pazienti che hanno avuto un evento cardiovascolare devono sottoporsi a regolari controlli cardiologici.

    In epoca covid c’è ancora più rischio?

    Diversi registri italiani ed europei hanno documentato, soprattutto nella prima ondata, un incremento significativo delle morti cardiache extra-ospedaliere a fronte di un ridotto numero di ospedalizzazioni. L’ipotesi più plausibile è che il timore di accedere ai presidi ospedalieri sia stato un deterrente per molti pazienti con infarto miocardico acuto, soprattutto negli anziani. Il mancato trattamento o il trattamento tardivo incrementano infatti il rischio di mortalità da infarto miocardico, sia in fase acuta che a lungo termine.
    Un altro elemento rilevante è che la pandemia da Covid19 ha assorbito notevoli risorse sanitarie, riducendo le attività ambulatoriali cardiologiche che hanno un fondamentale ruolo preventivo e diagnostico. La vaccinazione rappresenta senza dubbio l’arma più potente di cui disponiamo per poter tornare presto alla normalità; nei pazienti affetti da patologie cardiovascolari la vaccinazione antiCovid19 è ancor più raccomandabile.

    La fiducia nella scienza fa bene al cuore.