Centro della Mano - Hand Unit

Centro della Mano - Hand Unit

Il Centro della Mano – Hand Unit della Casa di Cura San Rossore, diretto dal Dott. Andrea Poggetti, chirurgo della mano, è un punto di riferimento per la diagnosi e il trattamento di tutte le patologie della mano e dell’arto superiore, comprese le problematiche a livello di polso e gomito. Il nostro team è composto da specialisti altamente qualificati, tra cui chirurghi della mano e fisioterapisti esperti, che lavorano in stretta collaborazione per garantire un approccio completo e personalizzato a ogni paziente.

Siamo uno dei pochi centri in Italia a offrire un percorso multidisciplinare integrato, permettendo ai pazienti di essere valutati contemporaneamente sia dal chirurgo della mano che dal fisioterapista specializzato, all’interno dello stesso appuntamento. Questo modello consente di formulare in tempi rapidi una diagnosi accurata e un piano di trattamento efficace, che può includere terapie conservative, interventi chirurgici e percorsi di riabilitazione funzionale su misura.

Grazie alla sinergia tra competenze mediche e riabilitative, il nostro obiettivo è garantire la miglior cura possibile, riducendo i tempi di recupero e migliorando la qualità di vita di chi si affida a noi.

Presso il Centro di Chirurgia della Mano di San Rossore, la diagnosi rappresenta il primo passo fondamentale per un trattamento efficace. Utilizziamo tecnologie all’avanguardia e metodiche innovative, tra cui:

  • Ecografia dinamica: per valutare le strutture articolari, tendinee e nervose in movimento.
  • Risonanza magnetica e TC: per una visione dettagliata delle strutture ossee e dei tessuti molli.
  • Elettromiografia (EMG): per lo studio delle neuropatie periferiche.
  • Valutazione clinica specialistica: eseguita dal chirurgo della mano per definire un percorso terapeutico su misura.

Il Centro si occupa del trattamento di una vasta gamma di patologie dell’arto superiore, tra cui:

Neuropatie periferiche compressive:

  •   Sindrome del tunnel carpale
  •   Compressione del nervo ulnare (tunnel cubitale)
  •   Compressione del nervo radiale

Patologie tendinee: 

  •   Dito a scatto
  •   Malattia di De Quervain
  •   Lesioni dei tendini flessori ed estensori

Malattie degenerative e artrosi:

  •   Rizoartrosi
  •   Artrosi della mano e del polso
  •   Artrite reumatoide con deformità

Traumi complessi:

  •   Fratture del gomito, avambraccio, polso, scafoide, metacarpi e falangi
  •   Lesioni legamentose (es. lesione di Stener)
  •   Reimpianti con tecnica microchirurgica

Malformazioni congenite e tumori:

  •   Malformazioni della mano
  •   Tumori benigni e maligni (epiteliomi, lipomi, angiomi, schwannomi, ecc.)

Patologie della cute e dei tessuti molli:

  •   Malattia di Dupuytren (trattamento mininvasivo con aponeurotomia e lipofilling)
  •   Esiti post-traumatici e ustioni

 

Innovazioni nel trattamento

Il Centro si distingue per l’utilizzo di tecniche all’avanguardia, tra cui:

  • Eco-chirurgia: una rivoluzione nella chirurgia mininvasiva, che permette di eseguire interventi senza incisioni cutanee rilevanti, riducendo al minimo cicatrici e tempi di recupero.
  • Cordotomia ad ago: per il trattamento mininvasivo della Malattia di Dupuytren.
  • Microchirurgia ricostruttiva: per il reimpianto di segmenti amputati e la riparazione di lesioni complesse.
  • Fisioterapia e riabilitazione: grazie alla collaborazione con San Rossore Sport Village possiamo integrare da subito il trattamento di fisioterapia della mano con personale specializzato.

Presso il nostro Centro, il paziente viene seguito in tutte le fasi del recupero, grazie a un team di terapisti della mano specializzati e a un servizio di riabilitazione specialistico, dedicato al recupero funzionale dei pazienti operati per patologie della mano e del polso.

Il percorso riabilitativo include:

  • Valutazione post-operatoria: per monitorare i progressi e personalizzare la terapia.
  • Terapia manuale ed esercizi specifici: per ripristinare la funzionalità e la mobilità dell’arto.
  • Utilizzo di tutori e dispositivi su misura: per favorire una corretta guarigione.
  • Supporto psicologico: per aiutare il paziente nel reinserimento nella vita quotidiana.

Il terapista della mano lavora sempre in stretta collaborazione con il chirurgo, con l’obiettivo di offrire trattamenti altamente personalizzati ed efficaci, ottimizzando il percorso di recupero per ogni paziente.

Il Centro di Chirurgia della Mano di San Rossore si avvale di un team multidisciplinare altamente specializzato, che lavora in sinergia per garantire il miglior risultato possibile. L’equipe è composta da:

  • Chirurghi della mano: Dott. Andrea Poggetti (Responsabile del Centro)
  • Terapisti della mano: per il follow-up riabilitativo.
  • Radiologi: per la diagnostica per immagini.
  • Anestesisti: per un approccio personalizzato alla gestione del dolore.

Visita Chirurgia della Mano, Dott. Andrea Poggetti

Prenota ora oppure chiama allo 050 58 62 17

Terapia della Mano – prenota il tuo appuntamento allo 050 80 68 222

INFO POINT

RICHIEDI INFORMAZIONI

Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


    Centro di Patologie Vulvare e Vaginale

    Centro di Patologia Vulvare e Vaginale

    Il nostro centro è un punto di riferimento per la diagnosi, il trattamento e la gestione delle patologie vulvari e vaginali, con un approccio altamente specializzato e multidisciplinare. Grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia e l’expertise del professionista, offriamo percorsi personalizzati per garantire cura, supporto e benessere alle nostre pazienti.

    Le patologie vulvari e vaginali comprendono un articolato insieme di diverse condizioni cliniche che interessano i genitali esterni e la vagina, come dismorfismi anatomici, infezioni genitali (acute, croniche o recidivanti), infiammazioni, più o meno spiccati quadri distrofici menopausali, esiti di traumi o sindromi dolorose genitali, dermatosi ed altre affezioni cutanee vulvari di diversa natura.

    Tra le più comuni patologie della vulva ci sono infatti le flogosi da contatto, su base irritativa o allergica, le vaginiti (come quelle infettive, i condilomi genitali, le micosi da Candida o le infezioni batteriche o virali come quelle da herpes e le altre malattie sessualmente trasmesse), le vaginosi, la vulvodinia ed il dolore pelvico cronico, i disturbi urinari, le dermatosi vulvari su base autoimmunitaria come il lichen sclerosus ed il lichen planus a rischio di degenerazione tumorale, malattie psicosomatiche come il lichen simplex cronico, e diverse condizioni e lesioni precancerose fino alle vere e proprie neoplasie maligne vulvari e/o vaginali. Ci sono poi le mutilazioni genitali femminili ed i possibili esiti anatomo-funzionali genitali, così come alterazioni anatomiche genitali, dismorfismi congeniti o acquisiti che possono inficiare la vita sociale e sessuale nella loro interezza e poliedricità.

    Le affezioni che interessano la vulva infatti possono avere delle gravi ripercussioni sulla sfera psico-emotiva della paziente affetta, e dunque un importante impatto sulla qualità di vita e sull’intimità di coppia. La sessualità e lo stesso piacere sessuale sono intrinsecamente connessi agli organi genitali esterni, sia sul piano fisico-anatomico che archetipicamente, e dunque risultano evidenti tutti i possibili risvolti psicologici e sessuali di una patologia che interessa la vulva.

    Di seguito, alcune patologie vulvari e vaginale spiegate nel dettaglio:

    Lichen sclerosus vulvare

    Il lichen sclerosus vulvare è una dermatosi vulvare cronica autoimmune con predisposizione genetica che colpisce prevalentemente le donne, e anche se considerata una patologia rara, si stima che interessi dal 2 al 5% della popolazione femminile italiana. Tale incidenza riportata in letteratura è oltretutto probabilmente sottostimata, visto la sua non facile diagnosi, che può sfuggire anche ad un occhio clinico esperto. I sintomi principali includono prurito intenso vulvare, bruciore o senso di secchezza genitale, che possono portare ad un disagio significativo nella qualità di vita delle pazienti. I segni clinici tipici comprendono aree di pelle bianca, sottile e atrofizzata, ma sono possibili numerose varianti e manifestazioni cliniche anche a seconda dell’evoluzione della malattia e di possibile infezioni concomitanti. La diagnosi viene generalmente effettuata attraverso un esame medico specialistico e talora con una biopsia per confermare la diagnosi e/o per escludere altre patologie. Una volta posta una diagnosi certa, il trattamento di prima linea prevede l’uso di corticosteroidi topici, che aiutano a ridurre progressivamente l’infiammazione cronica e alleviare i sintomi. È importante anche monitorare nel tempo la condizione della patologia, poiché il lichen sclerosus se non adeguatamente trattato ha un rischio di grave degenerazione neoplastica che aumenta con la durata della malattia non controllata.

    Vulvodinia

    La vulvodinia è una condizione dolorosa cronica che colpisce fino al 16% delle donne tra i 18 e i 64 anni, con un impatto significativo sulla qualità della vita. Nonostante la sua diffusione, spesso non viene riconosciuta subito: il ritardo diagnostico medio è di oltre 4 anni. Questa sindrome, caratterizzata da dolore vulvare senza una causa apparente, è spesso associata a fattori come infezioni, ipertono del pavimento pelvico e sensibilizzazione nervosa. Il dolore può essere spontaneo o provocato da semplici attività quotidiane, come indossare abiti stretti o avere rapporti sessuali. La diagnosi richiede un approccio clinico attento e multidisciplinare, basato su anamnesi, test specifici e valutazione muscolare. Il trattamento deve essere personalizzato e può includere terapie farmacologiche, riabilitative e psico-sessuologiche.

    Scopri di più sulla vulvodinia e sulle possibili cure, leggi l’approfondimento completo

    Candidosi genitale

    Le micosi genitali nelle donne, comunemente causate da funghi come la Candida albicans, rappresentano una delle infezioni genitali più frequenti nelle donne a tutte le età. In letteratura medica si riporta un’elevata incidenza: le micosi genitali interessano circa il 75% delle donne nel corso della vita. I sintomi principali includono prurito genitale intenso, bruciore, arrossamento e spesso perdite vaginali bianche e dense, simili alla ricotta. I segni clinici possono variare, ma spesso si osservano irritazione e flogosi della vulva e della vagina. La diagnosi viene effettuata attraverso un esame ginecologico e l’analisi delle perdite vaginali, che può includere un esame microscopico o una coltura per identificare lo specifico fungo responsabile dell’infezione. Il trattamento di prima linea prevede l’uso di antimicotici topici o orali, a seconda della gravità dell’infezione. È importante anche adottare misure preventive, sia per evitare il contagio sia per limitare le recidive infettive, come mantenere una corretta igiene intima, adeguate norme dietetiche e indossare biancheria intima traspirante. Infine, se le micosi genitali si ripetono frequentemente, possono cronicizzarsi dando luogo a gravi manifestazioni cliniche genitali su base infiammatoria.

    L’infezione genitale da Herpes virus

    L’infezione genitale da herpes virus, causata principalmente dal virus herpes simplex di tipo 2 (HSV-2), ma oggi anche dal virus herpes simplex di tipo 1 (HSV-1) è una condizione comune tra le donne, ed è considerata la più frequente infezione sessualmente trasmessa soprattutto nelle ragazze. Si stima un’incidenza che varia dal 10% al 30% nella popolazione adulta. I sintomi iniziali possono includere prurito, bruciore e dolore nella zona genitale, seguiti spesso dalla comparsa di vescicole dolorose che si rompono, formando ulcere. Questi segni possono accompagnarsi a sintomi sistemici come febbre, malessere e linfonodi inguinali ingrossati. La diagnosi viene generalmente effettuata attraverso l’osservazione clinica delle lesioni e, in alcuni casi, tramite test di laboratorio, come la PCR o la coltura virale. Il trattamento standard si basa sull’uso di antivirali orali, come l’aciclovir, che possono ridurre la gravità e la durata dei sintomi, oltre a diminuire la frequenza delle recidive. È fondamentale anche informare i partner sessuali e adottare pratiche sessuali sicure per prevenire la trasmissione del virus in fase di attiva replicazione.

    Le difficoltà nel diagnosticare e trattare le patologie del cosiddetto distretto vulvo-vestibolo-vaginale sono dovute essenzialmente alla necessità da parte del ginecologo di avere seguìto un percorso formativo accademico specifico e di aver sviluppato skills ultraspecialistiche in questo complesso ambito clinico.

    Innanzitutto infatti, la maggior parte di queste patologie raramente si riscontra da sola, ma quasi sempre invece è associata ad altre condizioni morbose che complicano il quadro clinico, come per esempio infezioni genitali concomitanti. Oltretutto frequentemente queste patologie insorgono su quadri distrofici menopausali da carenza estrogenica più o meno severa, confondendo quindi e complicando la condizione clinica. Inoltre infine questi disturbi, anche se di diversa origine ed evoluzione, possono tutti manifestarsi con sintomi più o meno aspecifici quali prurito, discomfort genitale, bruciore diffuso o dolore localizzato, irritazione esterna e/o interna, dolore ai rapporti e secrezioni anomale.

    Non è raro poi che certe patologie possano anche insorgere e progredire in modo subdolo con una scarsa sintomatologia e quadri clinici complessi, con conseguente notevole ritardo nella diagnosi, fino ad poter esitare in gravi o irreversibili menomazioni anatomiche e/o funzionali dei genitali, con profondo impatto fisico e psicologico sulla qualità di vita sociale e sessuale delle donne affette.

    Area di intervento e percorsi terapeutici, qualità di vita e sessualità

    Il trattamento dipende dalla causa specifica della condizione patologica, e varia, a seconda della sede interessata dalla patologia, da terapie antinfiammatorie a terapie antinfettive, corticosteroidi, terapie immunomodulanti e trattamenti eutrofizzanti, norme igienico-comportamentali, indicazioni dietetiche, fino ad interventi chirurgici mini-invasivi di plastica vaginale per ripristino anatomico-funzionale (eccessiva beanza o restringimento dell’introito vaginale) o per controllo del dolore.

    Un corretto indirizzamento clinico-terapeutico che può avvalersi quindi tanto di presidi farmacologici quanto di interventi chirurgici mini-invasivi “patient-tailored”, sarà mirato al trattamento delle lesioni e dei disturbi delle donne nella loro complessità ed unicità, con attenzione tanto alla funzione sessuale quanto all’estetica genitale.

    Fisioterapia del pavimento pelvico

    Un ruolo fondamentale nel percorso terapeutico è svolto dalla fisioterapia del pavimento pelvico, eseguita da fisioterapisti specializzati all’interno di un ambulatorio dedicato. Questa terapia aiuta a:

    • Rilasciare le tensioni muscolari che contribuiscono al dolore cronico;
    • Migliorare la coordinazione e il tono muscolare del pavimento pelvico;
    • Educare la paziente su posture e tecniche di rilassamento per ridurre la sintomatologia.

    L’integrazione della fisioterapia con le altre strategie terapeutiche è essenziale per un recupero più rapido ed efficace, migliorando significativamente la qualità della vita delle pazienti.

    Approccio multidisciplinare

    Il trattamento delle patologie della vulva deve prevedere un approccio integrato personalizzato, che includa il coinvolgimento di ginecologi, urologi, gastroenterologi, fisioterapisti e psico-sessuologi.

    Dott. Stefano Basile
    Direttore Scientifico Commissione Aogoi per la Dermatologia applicata alla Ginecologia e all’Ostetricia

    Dott.ssa Barbara Del Bravo
    Ginecologa e ostetricia

    Dott.ssa Daria Vescio
    Fisioterapista

    Per ulteriori informazioni e prenotazioni, contattare il numero 050 586 422

    INFO POINT

    RICHIEDI INFORMAZIONI

    Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


      San Rossore Kids

      San Rossore kids

      San Rossore Kids si occupa della diagnosi e del trattamento di tutte le principali patologie pediatriche e adolescenziali.

      L’approccio multidisciplinare che caratterizza la Casa di Cura San Rossore è presente anche in ambito pediatrico: la struttura mette infatti a disposizione e a fianco di medici pediatri specialisti in altri settori, nello specifico oculisti, otorinolaringoiatri, endocrinologi, ortopedia e traumatologia, cardiologi, dermatologi, e atre figure di riferimento come nutrizionisti e psicologi.
      Grazie al legame con San Rossore Dental Unit, vi è anche la possibilità di usufruire di diagnosi e trattamenti odontoiatrici, erogati attraverso lo speciale programma Dental Kids.

      Presso la Casa di Cura San Rossore, i piccoli pazienti avranno dunque a disposizione un’équipe multidisciplinare che accompagnerà loro e i loro genitori da 0 a 14 anni di età, dalla nascita all’adolescenza.

      Pediatria
      Dott.ssa Ilaria Merusi
      Dott. Massimo Pifferi

      Oculistica
      Dott.ssa Anna Cariello

      Otorinolaringoiatria
      Dott. Michele D’Anteo
      Dott. Giovanni Segnini

      Pneumologia 
      Dott. Massimo Pifferi

      Endocrinologia
      Dott. Giovanni Gravina

      Dermatologia
      Dott. Dani Hanna

      INFO POINT

      RICHIEDI INFORMAZIONI

      Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


        San Rossore Eye Unit

        San Rossore Eye Unit

        La San Rossore Eye Unit è il Centro Oculistico Laser della Casa di Cura San Rossore, tra i primi in Italia a poter disporre di tutte le più avanzate tecnologie attualmente in commercio; è infatti dotato di una strumentazione all’avanguardia che consente di trattare tutti i possibili difetti visivi.

        Nel Centro Oculistico Laser della Casa di Cura San Rossore, ogni anno vengono eseguiti circa 2500 interventi laser, 1500 interventi di cataratta di cui il 70% con tecnologia robotizzata laser-guidata.

        Negli anni la chirurgia refrattiva, ovvero la chirurgia dedicata alla correzione dei difetti visivi quali miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia, ha conosciuto sempre più continui miglioramenti in termini di sicurezza, efficacia e prevedibilità dei risultati. Questa evoluzione è soprattutto legata alla notevole implementazione tecnologica presente oggi su alcune piattaforme laser. La nostra struttura dispone in particolare di 2 laser molto avanzati dedicati a queste procedure: il laser a eccimeri AMARIS 1050 Hz (Schwind Eye-Tech Solution) e il laser a femtosecondi VISUMAX 800 (Zeiss).

        Tutte le procedure son eseguite naturalmente in regime ambulatoriale (circa 5 minuti per occhio) con anestesia in collirio. Il recupero visivo e quindi il ritorno alle proprie attività avvengono in genere dopo 24-48 ore (SMILE; Femtolasik); più lento (e fastidioso) il recupero dopo tecnica PRK.

        La scelta della metodica più idonea è secondaria al singolo quadro clinico e al difetto da trattare e quindi appositamente valutata dal chirurgo refrattivo.

        Laser a eccimeri AMARIS 1050 Hz

        Il laser a eccimeri consente, mediante l’utilizzo di luce nel campo degli ultravioletti, di rimodellare con estrema precisione (millesimi di millimetro) il tessuto corneale attraverso un processo definito di fotoablazione.

        Il Laser Schwind AMARIS 1050 Hz, di cui dispone il nostro centro, rappresenta il massimo livello di tecnologia attualmente esistente sul mercato:

        • Altissima precisione di trattamento;
        • Massima affidabilità e velocità dell’Eye-tracker: è l’unico laser attualmente in commercio ad avere il completo controllo in 7 dimensioni. L’Eye Tracker è una tecnologia che consente al laser di inseguire automaticamente e in tempo reale i piccoli, involontari e inevitabili movimenti dell’occhio del paziente durante i pochi secondi della durata del trattamento. Tutto ciò si traduce ovviamente (grazie ai suoi 1050Hz di frequenza) in una precisione assoluta del trattamento refrattivo;
        • Possibilità di eseguire correzioni refrattive personalizzate per migliorare la performance visiva in occhi che hanno basse qualità visive;
        • Possibilità di regolarizzare, in casi selezionati, le cornee dei pazienti affetti da cheratocono; questo laser difatti, coadiuvato al trattamento di cross-linking, consente una valida riabilitazione visiva grazie alla efficace riduzione delle alte aberrazioni oculari tipiche di questa patologia;
        • Possibilità di eliminare/ridurre le opacità corneali superficiali conseguenti a distrofie, infezioni o traumi mediante tecnica di PTK (Photo-Therapeutic Keratectomy) in maniera ottimale.

        Questa è una metodica che, per entrambi gli occhi operati nella stessa seduta, ha una durata di circa 15 minuti. Il fastidio post-operatorio può persistere per sole 4-5 ore e il recupero visivo funzionale avviene già dopo 12-24 ore; ciò consente tempi di rientro alle proprie attività davvero rapidi.

         

        Laser a femtosecondi Visumax 800

        Il laser a femtosecondi presente nella nostra struttura è l’ultimo nato in casa Zeiss, ovvero VISUMAX 800.

        Il nuovo laser Visumax 800 offre un tempo di trattamento davvero ridotto rispetto al precedente laser Visumax 500 grazie a una maggiore frequenza del laser e a una conseguente velocità di taglio più elevata. La frequenza di ripetizione laser, difatti, è ora di 2 MHz (2000 kHz) e ciò consente, rispetto ai 500 kHz della versione precedente, di creare un lenticolo stromale in meno di 10 secondi e completare un taglio del lembo (flap) in circa 5 secondi.

        Il laser VISUMAX 800 è dotato di una evoluta tecnologia che rende più performate e sicura la tecnica che rappresenta oggi la vera novità in tema di chirurgia refrattiva, ovvero la SMILE (Small Incisione Lenticule Extraction).

        Chiaramente la scelta di quale tecnica utilizzare dipende essenzialmente dalle caratteristiche cliniche del singolo paziente e dal tipo di difetto da correggere; infatti, la tecnologia va sempre e comunque adattata e personalizzata su ogni caso.

        Presso il centro laser EyeUnit di San Rossore eseguiamo con esperienza decennale tutte le tecniche laser valide per risolvere i molteplici difetti visivi:

         

        SMILE (Small Incision Lenticule Extraction)

        Con laser VisuMax 800 di ZEISS: massima velocità e massima affidabilità per miopia ed astigmatismo miopico.

        La SMILE ha l’enorme vantaggio di poter correggere difetti di miopia e astigmatismo miopico, indebolendo meno la cornea andando a creare il lenticolo refrattivo (che verrà poi semplicemente estratto attraverso una piccola incisura di soli 2 mm), nella parte più profonda e debole della cornea stessa, preservando in tal modo quella più forte anteriore; ulteriore vantaggio di questa tecnica è il ridotto rischio di secchezza oculare post-operatorio, tipico comunque di ogni chirurgia corneale.

        Presso la San Rossore Eye Unit della Casa di Cura San Rossore, la SMILE è diventata il gold standard per la correzione della miopia e dell’astigmatismo nella grande maggioranza dei casi e, in particolare, negli sportivi, nelle miopie medio-elevate e in pazienti con occhio secco di grado lieve.

         

        FemtoLasik

        Per la correzione di miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia (tecnica più completa): eseguita con laser a femtosecondi VisuMax 800 di Zeiss per la costruzione del flap corneale e con laser ad eccimeri AMARIS 1050Hz di Schwind Eye-Tech Solutions per il reale rimodellamento refrattivo corneale.

         

        PRK (Photo-Refractive Keratectomy)

        (cheratectomia fotorefrattiva) eseguita spesso con metodica Trans-Epiteliale che consente un minor traumatismo dell’epitelio corneale e della cornea stessa in sé; anche in questa tecnica il vanto è il laser ultraveloce e ultra-affidabile AMARIS Schwind 1050 Hz.

         

        PTK

        (cheratectomia fototerapeutica) eseguita sempre con laser ad eccimeri AMARIS Schwind per la rimozione di opacità corneali e regolarizzazione personalizzata del profilo corneale.

         

        Tutte le procedure son eseguite naturalmente in regime ambulatoriale (circa 5 minuti per occhio) con anestesia in collirio. Il recupero visivo e quindi il ritorno alle proprie attività avvengono in genere dopo 24-48 ore (SMILE; Femtolasik); più lento (e fastidioso) il recupero dopo tecnica PRK.

        La scelta della metodica più idonea è secondaria al singolo quadro clinico e al difetto da trattare e quindi appositamente valutata dal chirurgo refrattivo.

        ll cheratocono è una malattia degenerativa che colpisce la cornea, membrana trasparente e avascolare che ricopre la parte anteriore dell’occhio e attraverso la quale è possibile intravedere l’iride e la pupilla, che può portare, nel corso del tempo, a una importante riduzione della capacità visiva. Spesso bilaterale può comunque interessare in maniera asimmetrica i due occhi.

        Insorge durante la pubertà e può progredire sino ai 30-35 anni (rari i peggioramenti in età più avanzata). L’incidenza riportata in letteratura è di 1 caso ogni 2000 pazienti ma, grazie anche all’ausilio di strumenti ultramoderni e a tomografi a tecnologia avanzata, è possibile diagnosticare in realtà tale patologia in fase ancora del tutto subclinica portando oggi il tasso a 1 caso su 500/1000 pazienti.

        Nel cheratocono assistiamo ad un progressivo assottigliamento e sfiancamento (ectasia) della cornea, con deformazione della stessa e comparsa di un astigmatismo irregolare prevalentemente miopico e conseguente riduzione della capacità visiva.

        La diagnosi precoce risulta essere fondamentale soprattutto per poter trattare tale patologia in una fase in cui è possibile ottenere ancora validi e stabili risultati refrattivi.

        A seconda della gravità e stadiazione della patologia è possibile trattare il cheratocono con diversi approcci chirurgici e parachirurgici.

         

        CROSS-LINKING CORNEALE

        L’intervento di Cross-Linking rappresenta oggi la tecnica elettiva per arrestare il peggioramento del cheratocono.
        Il metodo anche noto come “fotodinamica corneale” è una terapia parachirurgica che ha come obiettivo quello di aumentare la connessione fra le fibre e la loro resistenza.

        Prevede una prima fase di “impregnazione” della cornea, mediante instillazione di gocce di collirio a base di riboflavina, la vitamina B2; successivamente si procede alla fase di “irradiazione” esponendo il tessuto corneale ad un fascio di raggi ultravioletti di tipo A (UVA) a basso dosaggio. Grazie all’azione combinata della vitamina B2 e dei raggi UVA si ottiene un aumento dei ponti molecolari che conferiscono maggiore resistenza agli strati più interni della cornea, rendendola più rigida e meno soggetta al processo di sfiancamento tipico di questa patologia

        L’intervento può essere eseguito con diversi approcci e, dopo attenta valutazione da parte del medico oculista, è possibile eseguire presso il centro EyeUnit San Rossore la tecnica più appropriata al caso specifico.

        Grazie al CF X-LINKER possiamo personalizzare i trattamenti basandoci sui dati topografici e pachimetrici dei singoli pazienti e scegliere che tipo di protocollo seguire:

        • EPI-OFF (dopo asportazione meccanica dell’epitelio corneale),
        • EPI-ON (con epitelio corneale in sede),
        • IONTOFORESI,
        • CXL su quadri di cheratite infettiva.

        Le soluzioni oftalmiche di riboflavina utilizzata, RIBOCROSS-TE e RIBOFAST, sono formulazioni brevettate contenenti anche la Vitamina E – TPGS per consentire una penetrazione più efficace in tutto lo stroma corneale; tali soluzioni difatti sono adatte ad ogni tipo di protocollo compreso il trattamento EPI-ON.

        Oltre al semplice rinforzo corneale per ridurre notevolmente il rischio di peggioramento del cheratocono presso il nostro centro laser eseguiamo, in casi molto selezionati, trattamenti personalizzati con laser ad eccimeri seguiti dal trattamento di Cross-Linking (Cross-Linking PLUS).

        È possibile in questo modo non solo stabilizzare il quadro patologico ma, spesso migliorare anche la qualità visiva percepita dai nostri pazienti.

        Con il termine cataratta si intende l’opacizzazione progressiva del cristallino.

        Il cristallino è la lente naturale presente all’interno dell’occhio che consente la focalizzazione sul piano retinico delle immagini che osserviamo intorno a noi. Se tale lente si opacizza è facile intuire come le immagini osservate risultino sfuocate con conseguente classico annebbiamento della vista.

        I sintomi più caratteristici possono essere:

        • Visione annebbiata e sfocata
        • Difficoltà di visione notturna
        • Visione di aloni attorno alle luci
        • Visione dei colori meno limpidi
        • Visione sdoppiata

        La diagnosi di questa patologia deve sempre essere eseguita attraverso attenta visita oculistica e anche la terapia adeguata deve essere motivo di dialogo medico-paziente. Si evidenzia intanto che non esistono terapie mediche in grado di risolvere il problema ma l’unico trattamento valido e risolutivo è l’intervento chirurgico.

        Presso il centro EyeUnit di San Rossore si eseguono di routine sia interventi con tecnica tradizionale (manuale + ultrasuoni) sia interventi con tecnologia avanzata a guida laser (laser a Femtosecondi).

         

        INTERVENTO DI FEMTOCATARATTA

        L’utilizzo del laser a Femtosecondi, nell’intervento di cataratta, ha reso questa chirurgia altamente sicura, ripetibile e quindi standardizzabile.

        È assolutamente semplice e intuibile eseguire il taglio degli accessi corneali programmando estensione, posizione e profondità;

        Il laser consente il taglio estremamente regolare e preciso della capsula del cristallino (capsulotomia) per facilitare l’accesso al nucleo della cataratta.

        La regolarità e la centratura della capsulotomia laser guidata è di fondamentale importanza per l’impianto di cristallini artificiali altamente performanti (IOL multifocali, IOL tipo EDOF, IOL toriche per il compenso di astigmatismi corneali elevati).

        Il laser permette infine di frantumare e ammorbidire il nucleo della cataratta per facilitare la successiva fase di aspirazione.

        Questa procedura è vantaggiosa in particolare nelle cataratte dure e per le quali la tecnica di faco emulsificazione tradizionale con ultrasuoni potrebbe presentare maggiori rischi di danni a carico dell’endotelio corneale con successivo scompenso dello stesso.

        L’operazione della cataratta nella maggior parte dei casi non richiede punti di sutura e il paziente può ritornare alla vita normale in genere già dopo 3-4 giorni.

         

        QUALE CRISTALLINO ARTIFICIALE IMPIANTARE?

        Dopo l’estrazione della cataratta, tradizionale o laser guidata che sia, è naturalmente necessario impiantare un nuovo cristallino artificiale (contestualmente all’intervento stesso).

        L’evoluzione tecnologica, molto avanzata oggi in questo campo, consente di poter scegliere, in base soprattutto alle caratteristiche cliniche dell’occhio e alle volontà del paziente, la tipologia di cristallino artificiale da impiantare:

        • Lente Monofocale (permette di vedere gli oggetti distanti, mentre per quelli vicini è necessario indossare gli occhiali).
        • Lente monofocale/multifocale Torica (riduce fortemente l’astigmatismo corneale preesistente)
        • Lente Multifocale o a fuoco continuo tipo EDOF (permettono di focalizzare gli oggetti a diverse distanze riducendo in modo significativo l’uso degli occhiali).

        Ovviamente ognuna di queste lenti, impiantabili presso il centro Eye Uniti di San Rossore, può avere vantaggi e svantaggi e questo sarà motivo di ampia discussione con il chirurgo di riferimento.

         

        MIOPIA

        La miopia rappresenta sicuramente oggi (e sempre di più in futuro) il difetto visivo più comune da riscontrare durante una visita oculistica.

        Si stima infatti che nel 2050 oltre il 50% della popolazione mondiale ne sarà affetta (5 miliardi di persone).

        Oltre ad una componente su base genetica la miopia sembrerebbe essere legata anche e soprattutto ad abitudini e fattori ambientali quali: il maggior tempo dedicato agli studi scolastici, l’aumento smisurato di dispositivi che obbligano a guardare da vicino, il sempre minore tempo trascorso all’aperto.

        Distinguiamo prevalentemente due tipi di miopia: quella assile (cioè, legata ad aumento anatomico della lunghezza del bulbo oculare; la più frequente) e quella di indice (legata cioè, alla perdita di trasparenza del nostro cristallino naturale).

        I pazienti miopi hanno una visione sfocata per lontano ma, generalmente mantengono una buona capacità visiva per vicino.

        La correzione di questo difetto prevede l’utilizzo di occhiali, lenti a contatto o la più risolutiva chirurgia refrattiva.

         

        IPERMETROPIA

        Al contrario della miopia assile, l’ipermetropia è secondaria ad una lunghezza oculare più piccola del normale. Questo è il motivo per cui tale difetto è di facile riscontro in età pediatrica e se non ridotto durante le fasi di sviluppo (allungamento oculare) può persistere ovviamente anche in età adulta.

        Nei soggetti giovani l’ipermetropia viene solitamente nascosta e compensata da uno sforzo accomodativo del cristallino; le immagini di ciò che osserviamo risultano sfuocate poiché vanno a localizzarsi non sul piano retinico ma posteriormente ad esso.

        Il cristallino è in grado di cambiare la sua forma in maniera del tutto naturale e ciò facendo (accomodazione) riporta le immagini sfocate correttamente sul piano retinico (fuoco ideale). Tuttavia, questo meccanismo non è libero da fastidi vari potendo comportare fastidiosi mal di testa, rossore oculare ed affaticamento visivo, in particolare durante lo studio o la lettura.

        La correzione di questo difetto prevede l’utilizzo di occhiali, lenti a contatto o la più risolutiva chirurgia refrattiva.

         

        ASTIGMATISMO

        L’astigmatismo è di per sé un difetto presente dalla nascita e in genere non evolutivo, se non per particolari patologie corneali, quali il cheratocono.

        È caratterizzato da una curvatura non omogenea della cornea, in cui un meridiano risulta avere una curvatura diversa rispetto al meridiano perpendicolare.

        Il risultato di questa geometria corneale è lo sdoppiamento delle immagini proiettate sulla retina: si creano, cioè, due diversi piani di fuoco (a-stigma ovvero “non in un solo punto focale”).

        Raramente isolato spesso questo difetto è associato sia alla miopia che alla ipermetropia.

        La correzione di questo difetto prevede l’utilizzo di occhiali, lenti a contatto o la più risolutiva chirurgia refrattiva. In caso di cataratta è possibile impiantare un cristallino artificiale torico, una lente artificiale cioè in grado non solo di eliminare l’opacità ma anche il difetto visivo pre-esistente.

         

        PRESBIOPIA

        La presbiopia è il tipico difetto che compare in genere dopo i 40-45 anni. Intorno a questa età, infatti, il cristallino inizia a perdere la sua elasticità e di conseguenza il suo potere accomodativo (non è più capace di mettere a fuoco gli oggetti vicini).

        Non è un difetto legato alla visione per lontano quindi ma, essenzialmente a tutto ciò che è ravvicinato (libri, giornali, PC, cellulari ecc.).

        La correzione comune si avvale di occhiali da lettura e spesso, per non dover togliere e mettere gli occhiali continuamente, le lenti sono di tipo multifocale.

        Anche per questo difetto è possibile pensare, oggi, ad un intervento laser che consente di eliminare (ridurre al massimo) gli occhiali da lettura.

        La tecnica PRESBYMAX (eseguita con il laser ad eccimeri Schwind Amaris presso il centro laser EyeUnit) consente infatti, di rimodellare con precisione la cornea ripristinando una valida visione da vicino specie in condizione di buona luminosità.

        Il trattamento laser, come per gli altri difetti visivi, è rapido e indolore e il recupero visivo è in genere immediato (24-48 ore).

        L’impianto di Lenti Fachiche (IOL Fachiche) rappresenta un’ottima e valida strategia chirurgica per la correzione di difetti visivi altrimenti non correggibile con tecnica laser.

        In condizioni ottimali, difatti, è possibile pensare ad una correzione laser per miopie tra le 7-8 diottrie e per ipermetropie tra le 4-5 diottrie; ogni qualvolta si superano questi valori o quando le condizioni anatomiche dell’occhio non consentono comunque correzioni laser anche per valori più bassi la soluzione ottimale è rappresentata proprio dalle lenti fachiche ed in particolar modo dalle lenti fachiche da camera posteriore ovvero retropupillari (completamente invisibili).

        L’intervento in genere viene eseguito presso il centro Eyeunit in regime ambulatoriale e con anestesia topica (mediante collirio). Il recupero visivo in avviene già dopo poche ore e il rientro alle proprie attività lavorative risulta pressochè immediato (2-3 giorni).

        Queste lenti hanno poi il vantaggio di potere essere reversibili ovvero, possono essere rimosse ed eventualmente anche sostituite, qualora la miopia dovesse progredire negli anni.

        E’ possibile oggi correggere contemporaneamente alla miopia elevata anche difetti di astigmatismo associato mediante impianto di IOL Fachiche Toriche.

        Direttore Sanitario
        Dott. Roberto Di Mitri

        Oculistica
        Dott. Massimo Mammone
        Dott. Andrea Marabotti
        Dott. Emanuele Di Bartolo

        Ortottica
        Dott. Francesco Fortunato (Key-operator)
        Dott.ssa Alessandra La Ferla (Key-operator)
        Dott.ssa Lepri Martina (Key-operator)

        INFO POINT

        RICHIEDI INFORMAZIONI

        Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


          Centro Aritmologico

          Centro Aritmologico

          Il Centro Aritmologico San Rossore è un’unità specializzata nel trattamento delle aritmie che mira a offrire soluzioni efficaci per ripristinare e mantenere un ritmo cardiaco normale.

          Cosa sono le aritmie:


          Le aritmie cardiache sono alterazioni del ritmo del cuore, che possono manifestarsi come battiti cardiaci irregolari, troppo veloci o troppo lenti. Queste anomalie possono essere causate da diversi fattori, tra cui disturbi cardiaci strutturali, squilibri elettrolitici, problemi di conduzione elettrica o altre condizioni mediche.

          Le aritmie cardiache possono influenzare la frequenza, il ritmo o la regolarità delle contrazioni del cuore. Il cuore infatti batte normalmente grazie a un sistema di eccito-conduzione elettrica che genera impulsi elettrici coordinati. Questi impulsi controllano il ritmo e la sequenza delle contrazioni delle camere del cuore (atri e ventricoli), consentendo al cuore di pompare il sangue in modo efficace.

          Tuttavia, nelle persone con aritmie, il sistema di eccito-conduzione elettrica del cuore può essere disturbato, causando ritmi anomali. Le aritmie possono essere classificate in diversi modi, ma le due principali categorie sono le bradiaritmie (battito cardiaco lento) e le tachiaritmie (battito cardiaco accelerato).

          Le bradiaritmie includono le bradicardie sinusali e i blocchi cardiaci, in cui gli impulsi elettrici sono generati o condotti in modo rallentato causando una frequenza cardiaca inferiore a quella normale. Questo può portare a sintomi come affaticamento, svenimenti o vertigini.

          Le tachiaritmie includono le tachicardie sopraventricolari, il flutter e la fibrillazione atriale, le aritmie ventricolari (tachicardia ventricolare e fibrillazione ventricolare). La tachicardia sopraventricolare è una condizione in cui si verifica un ritmo cardiaco accelerato a causa di impulsi elettrici anomali che si originano sopra i ventricoli. La fibrillazione atriale è una delle aritmie più comuni, caratterizzata da un ritmo irregolare e veloce nelle camere superiori del cuore (atri). Le aritmie ventricolari complesse sono aritmie potenzialmente pericolose in cui il ritmo cardiaco può diventare caotico e molto veloce, causando una perdita di efficacia nella pompa cardiaca.

          Le cause delle aritmie cardiache possono variare e includono malattie cardiache preesistenti, come l’ipertensione, la cardiopatia ischemica e le malformazioni congenite ma possono essere causate anche da squilibri elettrolitici, disfunzione della tiroide, uso di farmaci specifici, abuso di sostanze, stimolanti o alcol, fattori genetici, stress e ansia.

          Il trattamento delle aritmie dipende dalla loro gravità, dai sintomi associati e dalle condizioni di salute del paziente. Le opzioni di trattamento possono includere modifiche dello stile di vita, farmaci antiaritmici, ablazione con radiofrequenza o crioterapia, impianto di dispositivi come pacemaker o defibrillatori cardioverter impiantabili (ICD), e in alcuni casi, interventi chirurgici

          La diagnosi ed il trattamento delle aritmie viene svolto da Cardiologi Specializzati nella gestione delle Aritmie Cardiache. Il Centro Aritmologico San Rossore è un’unità specializzata nel trattamento di queste condizioni e mira a offrire soluzioni efficaci per ripristinare e mantenere un ritmo cardiaco normale.

          Nel Centro Aritmologico un team di esperti cardiologi si occupa della diagnosi e della valutazione delle aritmie cardiache. I pazienti vengono sottoposti a una serie di esami specifici, come l’elettrocardiogramma (ECG), che registra l’attività elettrica del cuore, l’ecocuore, la risonanza cardiaca ed il test da sforzo, utilizzati per l’identificazione di eventuali cardiopatie strutturali che ne potrebbero essere alla base, e, non ultimo, il monitoraggio Holter per registrare l’attività cardiaca. Dato che la documentazione strumentale dell’aritmia rimane il momento fondamentale della diagnosi, negli ultimi anni, sono stati sviluppati e introdotti nuovi sistemi di monitoraggio elettrocardiografico a lungo termine (>24h), che hanno rivoluzionato il percorso diagnostico delle aritmie cardiache.
          Questi dispositivi sono utili per rilevare e registrare l’attività elettrica del cuore per periodi prolungati, consentendo ai medici di ottenere una visione più completa e dettagliata del ritmo cardiaco del paziente, con le relative correlazioni sintomatologiche. Alcuni dei principali sistemi di monitoraggio elettrocardiografico a lungo termine includono:

          ECG Holter 48-72 ore:
          L’ECG Holter è un dispositivo portatile che registra continuamente l’attività elettrica del cuore per un periodo di 48-72 ore. Il paziente indossa dei piccoli elettrodi sul torace, che sono collegati a un registratore portatile. Durante il periodo di monitoraggio, il paziente può svolgere normali attività quotidiane. Alla fine del periodo di registrazione, il dispositivo viene restituito al centro medico, dove i dati vengono analizzati per individuare eventuali aritmie o anomalie del ritmo cardiaco.

          Event Recorder Esterni:
          Gli “event recorder esterni” sono dispositivi portatili che il paziente può attivare manualmente quando avverte sintomi o episodi di aritmia. Quando si verifica un sintomo, il paziente preme un pulsante sul dispositivo, che registra l’attività elettrica del cuore per un breve periodo, solitamente da alcuni minuti a diverse ore. Questi dispositivi sono utili per catturare eventi sporadici o sintomi transitori che potrebbero non essere registrati da altre modalità di monitoraggio. La stessa registrazione può essere effettuata con un ECG portatile con durate in genere di 30 secondi, che, mediante apposite app può essere inviata in pdf via mail al medico di riferimento per una tempestiva diagnosi.

          Loop Recorder Esterni:
          I “loop recorder esterni” sono dispositivi simili agli “event recorder”, ma sono in grado di registrare continuamente l’attività elettrica del cuore per un periodo di tempo più lungo, spesso fino a 30 giorni. Questi dispositivi sono utilizzati per monitorare pazienti con aritmie meno frequenti o sintomi intermittenti.

          Loop Recorder Interni:
          I “loop recorder interni”, noti anche come “loop recorder” impiantabili, sono dispositivi più piccoli che vengono impiantati chirurgicamente nel tessuto sottocutaneo. Questi dispositivi possono monitorare costantemente l’attività elettrica del cuore per periodi di tempo più lunghi rispetto ai loop recorder esterni, spesso fino a 3 anni o più. I dati possono essere trasmessi ai medici in remoto tramite connessione wireless.

          L’utilizzo di questi nuovi sistemi di monitoraggio a lungo termine ha consentito ai medici di diagnosticare e trattare più accuratamente le aritmie, migliorando la gestione clinica dei pazienti e consentendo una maggiore personalizzazione dei percorsi terapeutici. Questi dispositivi sono particolarmente utili per i pazienti con sintomi intermittenti o aritmie difficili da rilevare con le tecniche diagnostiche convenzionali.
          Infine, in alcuni casi selezionati in cui la diagnosi clinica rimane incerta, possono essere necessari ulteriori test invasivi, come lo studio elettrofisiologico endocavitario, per ottenere una diagnosi accurata e pianificare il trattamento appropriato.
          La corretta documentazione elettrocardiografica dell’aritmia clinica è fondamentale per pianificare il trattamento adeguato. Il Centro Aritmologico San Rossore è un’unità specializzata nella diagnostica ultraspecialistica delle aritmie cardiache.

          Il Centro Aritmologico offre una vasta gamma di percorsi e trattamenti terapeutici per le aritmie cardiache. Dopo una valutazione completa, il team di specialisti sviluppa un piano di trattamento personalizzato per ciascun paziente, tenendo conto della gravità delle aritmie, dei sintomi e delle condizioni di salute individuali. Tra le opzioni terapeutiche disponibili vi sono:

          Terapia farmacologica: vengono prescritti farmaci specifici per controllare e regolare il ritmo cardiaco, riducendo così la frequenza e l’intensità delle aritmie.
          Cardioversione elettrica: un procedimento in cui una scarica elettrica controllata viene applicata al cuore per ripristinare un ritmo cardiaco normale.

          Ablazione con catetere: un intervento mininvasivo in cui uno o più cateteri vengono inseriti nelle vene o nelle arterie e guidati fino al cuore per distruggere le cellule responsabili dell’aritmia.

          Impianto di dispositivi cardiaci: in alcuni casi, potrebbe essere necessario impiantare un pacemaker o un defibrillatore cardiaco per monitorare e correggere il ritmo cardiaco.

          Per quanto riguarda i dispositivi elettrici impiantabili, accanto ad i tradizionali “transvenosi” (che utilizzano elettrocateteri introdotti attraverso una vena centrale come la succlavia), negli ultimi anni sono state introdotte nuove tecnologie, come i pacemaker “senza fili” (leadless) e i defibrillatori sottocutanei.
          I pacemaker leadless sono dispositivi impiantabili che vengono posizionati direttamente nel cuore, senza la necessità di utilizzare elettrodi (leads) tradizionali. Questi dispositivi miniaturizzati, delle dimensioni di una capsula, vengono inseriti attraverso una procedura minimamente invasiva, solitamente tramite un catetere che viene inserito in vena femorale e guidato fino al cuore. L’assenza di lead tradizionali minimizza il rischio di complicanze associate a tali dispositivi, come l’infezione o il malfunzionamento dei cateteri.
          I Defibrillatori sottocutanei sono dispositivi impiantabili progettati per monitorare l’attività elettrica del cuore e fornire una scarica elettrica quando viene rilevata una grave aritmia, come la fibrillazione ventricolare. A differenza dei defibrillatori tradizionali, che sono impiantati internamente e richiedono elettrodi che passano attraverso le vene fino al cuore, i defibrillatori sottocutanei vengono posizionati interamente sotto la cute del paziente, nella regione laterale sinistra del torace. Questo approccio riduce il rischio di complicanze associate agli elettrodi intravascolari e semplifica la procedura di impianto.

          Tutti questi dispositivi, regolarmente disponibili ed impiantati presso la Casa di Cura San Rossore, rappresentano importanti innovazioni nel trattamento delle aritmie cardiache, offrendo soluzioni più sicure e convenienti per i pazienti. Naturalmente, la scelta del dispositivo terapeutico più appropriato dipenderà dalla valutazione del medico specialista, tenendo conto delle caratteristiche individuali del paziente e delle specifiche esigenze cliniche.

          Nell’ambito dell’ablazione con radiofrequenza per il trattamento delle aritmie cardiache, i sistemi di mappaggio elettroanatomico e le tecniche raggi zero hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico, fornendo ai medici strumenti più precisi ed efficaci per individuare e trattare le aree responsabili delle aritmie.
          I sistemi di mappaggio elettroanatomico consentono ai medici di ottenere una rappresentazione tridimensionale dettagliata del cuore e delle sue strutture elettriche durante la procedura di ablazione e di creare mappe in tempo reale delle attività elettriche del cuore. Durante l’ablazione, i medici possono utilizzare queste mappe per identificare con precisione le aree problematiche responsabili delle aritmie e guidare i cateteri in modo mirato per applicare la radiofrequenza alle zone da trattare. L’uso dei sistemi di mappaggio elettroanatomico ha migliorato notevolmente la precisione e l’efficacia delle ablazioni, riducendo il rischio di complicanze, aumentando il tasso di successo dei trattamenti e
          riducendo al minimo la tradizionale esposizione radiologica durante la procedura. L’adozione delle tecniche raggi zero ha infatti contribuito a migliorare la sicurezza degli interventi e a ridurre l’esposizione ai raggi X per pazienti ed operatori.

          L’utilizzo combinato di sistemi di mappaggio elettroanatomico e tecniche raggi zero, rappresenta una priorità della Clinica San Rossore. Questi approcci consentono ai medici di individuare con maggiore precisione le sorgenti delle aritmie, di ottimizzare la strategia di ablazione e di raggiungere un tasso di successo terapeutico più elevato, garantendo al contempo la massima sicurezza per i pazienti e gli operatori.

          Quali sono i sintomi più comuni delle aritmie cardiache?
          I sintomi delle aritmie cardiache possono variare da persona a persona, ma i più comuni includono palpitazioni (sensazione di battito cardiaco irregolare o accelerato), sensazione di mancamento o arresto del cuore, vertigini, affaticamento, dispnea (difficoltà respiratorie) e svenimenti. Tuttavia, alcune aritmie possono essere asintomatiche e vengono spesso scoperte durante esami di routine.

          Quali sono le principali cause delle aritmie?
          Le aritmie cardiache possono essere causate da diversi fattori, tra cui malattie cardiache strutturali, come cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca o cardiomiopatia, squilibri elettrolitici (come bassi livelli di potassio o magnesio), disfunzione della tiroide, abuso di droghe o alcol, consumo eccessivo di caffeina, stress e ansia. In alcuni casi, le aritmie possono essere ereditarie.

          Le aritmie cardiache sono pericolose?
          La gravità delle aritmie cardiache varia notevolmente. Alcune aritmie sono innocue e non richiedono alcun trattamento, mentre altre possono essere pericolose e richiedere interventi immediati. È importante consultare un medico per una valutazione accurata e una corretta gestione delle aritmie. Alcune aritmie possono aumentare il rischio di complicanze, come l’insufficienza cardiaca o l’ictus, se non vengono trattate adeguatamente.

          Quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo delle aritmie?
          I fattori di rischio per lo sviluppo delle aritmie cardiache includono l’età avanzata, la presenza di malattie cardiache preesistenti, come l’ipertensione, il diabete, l’obesità, il fumo, l’abuso di alcol o droghe, lo stress e l’ansia, una storia familiare di aritmie cardiache o malattie cardiache ereditarie, elettroliti squilibrati e l’assunzione di determinati farmaci.

          Come posso prevenire le aritmie cardiache?
          Sebbene non sia sempre possibile prevenire completamente le aritmie cardiache, alcune misure possono aiutare a ridurre il rischio di svilupparle. Queste includono adottare uno stile di vita sano, come seguire una dieta equilibrata, praticare regolarmente attività fisica, evitare il fumo e limitare il consumo di alcol e caffeina. È importante anche gestire lo stress in modo efficace e controllare le condizioni di salute sottostanti, come l’ipertensione o il diabete, attraverso una corretta assistenza medica.

          Cos’è un event recorder?
          L’event recorder è un dispositivo portatile che registra l’attività elettrica del cuore per periodi prolungati, solitamente da diverse settimane a diversi mesi.

          A cosa serve un event recorder?
          L’event recorder è utile per catturare episodi occasionali di aritmie che potrebbero non essere rilevati durante un breve monitoraggio. I pazienti possono attivare manualmente l’event recorder quando avvertono sintomi di aritmia, consentendo ai medici di analizzare gli eventi registrati e formulare una diagnosi accurata.

          Cos’è l’ECG Portatile?
          E’ un dispositivo medico portatile progettato per monitorare l’attività elettrica del cuore. È un tipo di ECG (elettrocardiogramma) a una o più derivazioni che consente agli utenti di registrare l’attività del loro cuore tramite un’applicazione mobile.

          Come funziona l’ECG Portatile?
          L’ECG Portatile funziona collegando il dispositivo a un telefono o a un tablet tramite un sensore o un elettrodo. L’utente tiene il dispositivo tra le mani o lo appoggia sul petto per alcuni secondi, e registra l’attività elettrica del cuore. I dati vengono quindi visualizzati sull’applicazione mobile e possono essere condivisi con un professionista sanitario per l’analisi.

          Perché dovrei usare l’ECG Portatile?
          L’ECG Portatile può essere utilizzato per registrare l’ECG del cuore in modo semplice e conveniente nelle più svariate situazioni, soprattutto in occasioni di sintomi sospetti (es. cardiopalmo) rari e di breve durata, tali da non consentire una registrazione mediante strumenti tradizionali (es. ECg op ECG Holter-24h) . Può essere utile per monitorare l’attività elettrica del cuore a domicilio e per verificare l’efficacia di determinati trattamenti cardiaci. L’apparecchio consente agli utenti di avere un maggiore controllo sulla propria salute cardiaca e di condividere i dati con i professionisti sanitari per una valutazione accurata.

          Posso condividere i dati registrati con il mio medico?
          Risposta: Sì, i dati registrati con possono essere condivisi con il proprio medico o con un professionista sanitario. L’applicazione mobile del Kardia consente di generare report che possono essere inviati tramite e-mail o altri mezzi di comunicazione. La condivisione dei dati con un medico può fornire informazioni importanti per una valutazione accurata della salute cardiaca.

          Cos’è un loop recorder?
          Il loop recorder è un dispositivo impiantabile sottocutaneo che registra continuamente l’attività elettrica del cuore per un periodo di tempo prolungato.

          A cosa serve un loop recorder?
          Il loop recorder è particolarmente utile per i pazienti che presentano episodi sporadici o sintomi poco chiari di aritmia. Il dispositivo registra continuamente l’attività elettrica, consentendo ai medici di individuare e analizzare gli eventi aritmici nel corso del tempo per una diagnosi accurata.

          Cos’è uno studio elettrofisiologico (EP)?
          Lo studio elettrofisiologico è una procedura invasiva in cui si inseriscono cateteri attraverso le vene per registrare l’attività elettrica del cuore e stimolare specifiche regioni cardiache.

          A cosa serve uno studio elettrofisiologico?
          Lo studio elettrofisiologico è utile per identificare l’origine e la causa delle aritmie, valutare la risposta agli antiaritmici e guidare le decisioni terapeutiche, come l’ablazione con radiofrequenza.

          Cos’è un ICD sottocutaneo?
          L’ICD sottocutaneo è un dispositivo impiantabile che monitora continuamente il ritmo cardiaco e fornisce una scarica elettrica per interrompere aritmie pericolose come la fibrillazione ventricolare.

          Quali sono le indicazioni per l’impianto di un ICD sottocutaneo?
          L’impianto di un ICD sottocutaneo è raccomandato per pazienti ad alto rischio di aritmie ventricolari potenzialmente letali, come quelli con una storia di arresto cardiaco improvviso o con una funzione ventricolare compromessa.

          Cos’è un pacemaker leadless?
          Il pacemaker leadless è un dispositivo impiantabile che stimola il cuore per mantenere un ritmo cardiaco regolare, senza la necessità di elettrocateteri tradizionali (lead).

          Cos’è l’ablazione delle tachicardie parossistiche sopraventricolari?
          L’ablazione delle tachicardie parossistiche sopraventricolari è una procedura minimamente invasiva che mira a interrompere i circuiti anomali nel sistema di conduzione elettrica del cuore responsabili delle tachicardie.

          Come viene eseguita l’ablazione delle tachicardie parossistiche sopraventricolari?
          Durante l’ablazione, veegono inseriti dei cateteri nel sistema vascolare e guidato fino al cuore. Utilizzando energia dedicata, si crea una lesione o si distrugge il tessuto che causa le tachicardie. Ciò impedisce il passaggio degli impulsi elettrici anomali e ripristina il ritmo cardiaco normale.

          Quali sono i benefici dell’ablazione delle tachicardie parossistiche sopraventricolari?
          L’ablazione può ridurre o eliminare completamente gli episodi di tachicardia, migliorando così la qualità di vita del paziente. Inoltre, può ridurre o eliminare la necessità di farmaci antiaritmici a lungo termine.

          Cos’è l’ablazione della fibrillazione atriale?
          L’ablazione della fibrillazione atriale è una procedura che mira a interrompere o controllare l’attività elettrica caotica nelle camere superiori del cuore (atri) responsabile della fibrillazione atriale.

          Come viene eseguita l’ablazione della fibrillazione atriale?
          Durante l’ablazione, vengono inseriti dei cateteri nel sistema vascolare e guidato fino al cuore. Attraverso l’uso di energia dedicata, si crea una lesione o si blocca il tessuto cardiaco che contribuisce alla fibrillazione atriale. Questo aiuta a ripristinare un ritmo cardiaco regolare.

          Quali sono i benefici dell’ablazione della fibrillazione atriale?
          L’ablazione può ridurre significativamente la frequenza e l’intensità degli episodi di fibrillazione atriale, migliorando la qualità di vita del paziente. In alcuni casi, può eliminare completamente la necessità di farmaci antiaritmici. L’ablazione può anche ridurre il rischio di ictus associato alla fibrillazione atriale non controllata.

          Si prega di notare che queste risposte sono generali e ogni individuo può avere situazioni uniche. È sempre consigliabile consultare un medico specializzato per una valutazione personale

          Responsabile Cardiologia Interventistica 
          Dott.ssa Maria Grazia Bongiorni

          Aritmologia Interventistica
          Dott. Andrea Di Cori
          Dott. Antonio Canu
          Dott. Mario Giannotti
          Dott. Matteo Parollo

          Aritmologia Clinica
          Dott.ssa Valentina Barletta
          Dott.ssa Sara Sbragi

          INFO POINT

          RICHIEDI INFORMAZIONI

          Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


            Centro Vascolare

            Centro Vascolare

            Il Centro Vascolare Toscano nasce all’interno della Casa di Cura San Rossore nel 2009 con l’intento di organizzare una attività complessa e plurivariegata, svolta fino ad allora da diversi Specialisti in autonomia.

            Il Centro si occupa a 360° della Prevenzione, della Diagnosi e del Trattamento di tutte la Patologie Vascolari.
            Ha ricevuto i seguenti riconoscimenti :

            • Centro Europeo di riferimento per la Formazione in Flebologia dalla UEMS (European Union of Medical Specialist)
            • Certificazione di Centro Flebologico Avanzato dalla Societa’ Italiana di Flebologia

            Esami eseguibili:


            • Visita specialistica chirurgia vascolare
            • Visita specialistica angiologia
            • Visita specialistica flebologia
            • Esame ecocolordoppler vasi cerebroafferenti (carotidi, vertebrali)
            • Esame ecocolordoppler arterioso e venoso degli arti inferiori
            • Esame ecocolordoppler arterioso e venoso degli arti superiori
            • Esame ecocolordoppler vasi addominali (aorta e vasi iliaci, cava e vene iliache)
            • Esame ecocolordoppler arterie renali e viscerali
            • Esami sulla saliva (DNA) per la valutazione del rischio cardio-vascolare e della trombofilia
            • Valutazioni di malformazioni vascolari
            • Diagnosi e trattamento delle trombosi venose profonde e superficiali

            • Scleroterapia di capillari , vene reticolari , varici
            • Varici degli arti inferiori con tecniche mininvasive (lkaser, radiofrequenza, scleroterpia, CHIVA) in regime  ambulatoriale ed in anestesia locale
            • Linfodrenaggio meccanico (o pressoterapia) per edemi o flebolinfedemi
            • Bendaggi elastocompressivi
            • Trattamento delle ulcere e delle lesioni cutanee in generale (decubiti, ulcere flebostatiche, linfatiche, arteriopatiche)
            • Innesti cutanei eterologhi
            • Piccole amputazioni nei pazienti con piede diabetico
            • Incisione e drenaggi di ematomi

            • Varici degli arti inferiori con le seguenti tecniche
            • Stripping
            • Laser o radiofrequenza
            • CHIVA
            • Scleroterpia e scleromousse
            • Flebectomie semplici
            • Interventi per gozzi emorroidari con tecnica Laser HELP
            • Incisione e drenaggio ematomi e gozzi varicosi trombizzati
            • Posizionamento di cateteri venosi centrali (PIC, PORT ecc)
            • Posizionamento di fiiltri cavali (nella prevenzione/trattamento delle tromboembolie )
            • Angioplastiche periferiche nei pazienti arteriopatici
            • Amputazioni maggiori e minori degli arti inferiori
            • Trattamento delle malformazioni vascolari

            Chirurgia vascolare
            Dott. Roberto Di Mitri – Responsabile del Centro Vascolare, Centro di Diagnosi e Cura delle Malattie Vascolari e specialista in Chirurgia Vascolare
            Dott.ssa Vasiliki Kamargianni – Specialista in Chirurgia Vascolare

            Flebologia
            Dott.ssa Costanza Martelli

            INFO POINT

            RICHIEDI INFORMAZIONI

            Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.
            Per accedere agli ambulatori e per le prenotazioni contattare la Segreteria dedicata al 050.5864


              Breast Unit

              Breast Unit

              Una Breast Unit è un centro multidisciplinare composto da professionisti specializzati nella prevenzione, diagnosi e cura della patologia della mammella. Tale modello di cura consente una programmazione terapeutica che permette di raggiungere i migliori risultati possibili.

              È scientificamente dimostrato che le donne trattate da un gruppo multidisciplinare dedicato ricevono cure personalizzate con indici di guarigione più elevati. La Breast Unit è composta da un gruppo integrato di specialisti dedicati al trattamento del tumore al seno che hanno a disposizione tutte le risorse necessarie per fornire un percorso di cura di alta qualità.
              Gli specialisti della Breast Unit operano per migliorare anche la qualità della vita delle pazienti in cura.
              Nella nostra Breast Unit è facile trovare medici qualificati di riferimento, programmare rapidamente visite ed esami, minimizzare le fonti di ansia e i tempi di attesa.
              La Breast Unit della Casa di Cura San Rossore offre:

              • Percorso integrato tra le varie discipline coinvolte nella diagnosi e trattamento del tumore al seno;
              • Tecniche chirurgiche innovative, soprattutto da un punto di vista plastico ricostruttivo;
              • Terapie mediche all’avanguardia;
              • Valutazione diagnostica specializzata con l’ausilio di strumenti innovativi;
              • Squadra multidisciplinare altamente qualificata: radiologo, patologo, anestesista, chirurgo senologo, chirurgo plastico ricostruttivo, medico nucleare, oncologo medico, radioterapista, fisioterapista, psico-oncologo, infermiera.

              Il radiologo effettua la diagnosi con il supporto delle strumentazioni più innovative: mammografia 3D, ultrasuoni e risonanza magnetica. La diagnosi è supportata da una biopsia al seno.

              Il patologo fornirà ulteriori informazioni sulla tipologia della neoplasia, completando così la diagnosi.

              Il chirurgo senologo e il chirurgo plastico ricostruttivo discuteranno con la paziente le opzioni terapeutiche. Le indicazioni per una mastectomia parziale o totale e la biopsia del linfonodo sentinella saranno vagliate con il chirurgo senologo. L’approccio oncoplastico al trattamento del cancro al seno della Breast Unit consente l’utilizzo di innovative tecniche ricostruttive che vengono proposte dal chirurgo plastico. La linfoscintigrafia per la ricerca del linfonodo sentinella, che sarà asportato e sottoposto a biopsia durante l’intervento chirurgico, è eseguita dal medico nucleare.

              L’anestesista è un’altra figura chiave dell’équipe chirurgica, poiché la sicurezza della paziente è sempre la priorità presso la Breast Unit di San Rossore.

              Durante la convalescenza, la paziente è seguita da un gruppo dedicato di infermiere e dopo l’intervento chirurgico è supportata dal fisioterapista con terapie riabilitative. Alla paziente viene anche data la possibilità di incontrare il nutrizionista prima di essere dimessa.

              Una volta completata la diagnosi con i risultati dell’intervento chirurgico, la paziente verrà informata dal team della Breast Unit sulle indicazioni, i tempi e i possibili effetti collaterali delle eventuali ulteriori terapie adiuvanti proposte dal medico oncologo per la chemioterapia e la terapia ormonale e dal radioterapista per la radioterapia, in accordo con i protocolli terapeutici.

              Radiologia Senologica

              • Strumentazione diagnostica – Dott.ssa Anna Cilotti
              • Protocolli diagnostici – Dott.ssa Carolina Marini
              • Comunicare, pianificare, essere presenti – Dott.ssa Barbara Ginanni

              Anatomia Patologica

              • Dott. Valerio Ortenzi

              Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

              • Dott. Claudio Calabrese
              • Dott.ssa Antonella Puddu

              Oncologia

              • Dott.ssa Monica Lencioni
              • Dott. Pierfranco Conte

              Radioterapia

              • Dott.ssa Maria Grazia Fabrini

              Chirurgia Senologica

              • Prof. Giovanni Tazzioli

              Organizzazione della Breast Unit

              • Informazioni pratiche sulla presa in carico e gestione della paziente – Elisabetta Vallini 

              INFO POINT

              RICHIEDI INFORMAZIONI

              Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


                Centro di Chirurgia Robotica

                Centro di Chirurgia Robotica

                Presso la Casa di Cura San Rossore è disponibile il sistema robotico Da Vinci, il più evoluto sistema robotico per la chirurgia mini-invasiva.
                La chirurgia robotica rappresenta nell’ambito chirurgico un approccio sempre più mini-invasivo nei confronti del paziente, con benefici nel trattamento postoperatorio e una degenza molto più breve.

                Le sue caratteristiche tecniche fanno sì che il robot Da Vinci trovi diverse applicazioni, dall’urologia alla ginecologia, alla chirurgia generale.


                La chirurgia eseguita con il Robot Da Vinci permette una visione tridimensionale, una precisione millimetrica nelle suture, una articolazione a 360° degli strumenti non possibile per la mano dell’uomo. Il chirurgo non opera con le proprie mani ma manovrando un robot a distanza: seduto a una console computerizzata posta all’interno della sala operatoria, il sistema computerizzato trasforma il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche.
                La piattaforma da Vinci è l’unico sistema robotico che:

                • Traduce i movimenti del chirurgo in modo intuitivo
                • Permette una reale visione 3D del campo operatorio. Il chirurgo viene letteralmente “immerso”, senza ausilio di occhiali o altre apparecchiature, all’interno del corpo del paziente.
                • Consente di intervenire attraverso la tecnologia Single-Site con unico accesso attraverso l’ombelico.

                La chirurgia robotica da Vinci è applicata alle seguenti specialità:

                • Urologia
                • Chirurgia Generale
                • Ginecologia oncologica
                • Chirurgia Toracica
                • Cardiochirurgia
                • Urologia pediatrica
                • Ginecologia benigna
                • Otorinolaringoiatria
                • Chirurgia dei trapianti

                I principali vantaggi clinici:

                • Radicalità oncologica, quindi asportazione completa della massa tumorale
                • Facilità di accesso ad anatomie difficoltose
                • Eccellente visualizzazione dei reperi anatomici
                • Visualizzazione più dettagliata dei piani di clivaggio
                • Maggior precisione nella procedura demolitiva
                • Maggior precisione ricostruttiva
                • Possibilità di configurare l’accuratezza del movimento chirurgico (scale possibili 1,5:1; 2:1; 3:1)
                • Eliminazione del tremore fisiologico
                • Minor tempo operatorio rispetto alla laparoscopia

                I vantaggi per il paziente:

                • Piccole incisioni con migliori risultati estetici
                • Minore necessità di trasfusioni
                • Minor dolore post-operatorio
                • Riduzione tempi di ospedalizzazione, che in molti casi vengono addirittura dimezzati
                • Ripresa più rapida della normale attività

                Chirurgia Robotica Epato Biliare
                Dott. Emanuele Balzano

                Chirurgia Robotica Urologica
                Dott. Massimo Cecchi
                Dott. Filippo Menchini Fabris

                Chirurgia Robotica Ginecologica
                Dott. Vito Cela

                Chirurgia Robotica Oncologica
                Dott. Giuseppe Spinoglio

                Chirurgia Robotica Proctologica
                Dott. Alessandro Sturiale

                INFO POINT

                RICHIEDI INFORMAZIONI

                Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


                  Centro Fibromialgia

                  Centro Fibromialgia

                  La Casa di Cura San Rossore offre un percorso diagnostico terapeutico per i pazienti affetti da fibromialgia e/o fatica cronica, avvalendosi delle competenze della Dott.ssa Laura Bazzichi (Reumatologa) e del Prof. Dott. Ciro Conversano (psicoterapeuta), che da oltre 20 anni si occupano con una strategia multidisciplinare di dolore cronico.

                  La fibromialgia, nello specifico, è una malattia reumatica classificata come sindrome dolorosa cronica ad eziologia sconosciuta (colpisce oltre il 3% della popolazione). È caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, dalla presenza di punti algogeni precisi (Tender Points TPs) e da una varietà di sintomi disfunzionali di accompagnamento, tra i quali si trovano:


                  Astenia
                  Alterazioni del sonno
                  Disturbi e dolori muscolari
                  Fibro-fog

                  La terapia multidisciplinare è la strategia terapeutica approvata dalle più accreditate linee guida. Molti di questi pazienti si sottopongono a esami inutili rivolgendosi ai più disparati specialisti per avere la diagnosi e una linea guida. Inoltre, molti sintomi tra quelli sopraelencati fanno parte di altre patologie come, ad esempio, il Long-Covid.
                  Il nostro percorso segue il paziente passo passo, dagli esami ematochimici utili, ai programmi di aiuto psicologico e psicoterapico, fisioterapici, fino alle indicazioni sulle terapie alternative e complementari. Ogni tappa del percorso multidisciplinare prevede l’azione di uno o più specialisti che possono essere vantaggiosi per il singolo paziente e che saranno selezionati ed individuati durante la valutazione Reumatologica.

                  Esami ematochimici
                  Valutazione psicologica/psichiatrica
                  Terapia fisica adattata
                  Educazione nutrizionale

                  Al termine del percorso diagnostico-terapeutico, il reumatologo rivaluterà il paziente con una visita breve, (anche in differita) per impostare il programma del follow-up concordato con gli altri specialisti.

                  Reumatologia
                  Dott.ssa Laura Bazzichi

                  Psicologia
                  Dott. Ciro Conversano

                  INFO POINT

                  RICHIEDI INFORMAZIONI

                  Per domande, chiarimenti o altre Info compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.


                    Centro Disturbi Alimentari - Scienze dell'alimentazione e dietetica

                    Centro Disturbi Alimentari - Scienze dell'alimentazione e dietetica

                    Da molti anni, presso la Casa di Cura San Rossore è attivo il Centro per il trattamento e la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
                    Il nostro Centro si compone di una equipe di professionisti specializzati (medico, psichiatra, dietista, psicologo) per un approccio avanzato che, a seconda delle necessità, permette diverse modalità e percorsi di cura.

                    I Disturbi del Comportamento Alimentare o Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione (DAN) sono patologie complesse caratterizzate da disagio psicologico che si manifesta con una alterazione dei comportamenti e abitudini alimentari correlata ad un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.


                    I principali disturbi dell’alimentazione – anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder – BED) e disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati – sono uno dei problemi di salute più comuni tra i giovani nel nostro Paese, con una maggiore prevalenza nel genere femminile.

                    – Anoressia nervosa
                    – Bulimia nervosa
                    – Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge-Eating Disorder, BED)
                    – Disturbi della Nutrizione o dell’Alimentazione non altrimenti specificati (es. forme sottosoglia di Anoressia e Bulimia, Night Eating Syndrome, …)
                    – Ortoressia, Reverse anoressia o Vigoressia

                    Per queste patologie, le linee guida nazionali e internazionali indicano la necessità di svolgere le attività di diagnosi e di cura in team multidisciplinare integrato di specialisti, con specifica formazione ed esperienza in ambito clinico.
                    Il percorso multidisciplinare integrato per la cura dei Disturbi dell’Alimentazione, basato su psicoterapia, interventi di riabilitazione psico-nutrizionale, gestione medica e, se necessario, interventi farmacologici, prevede anche il sostegno alla famiglia, la terapia familiare, i pasti assistiti, il Training di Familiarizzazione con il Cibo (TFC), percorsi terapeutici in gruppo.

                    Anoressia Nervosa

                    L’anoressia nervosa è caratterizzata da restrizione alimentare, sottopeso (più o meno grave), intensa paura di aumentare di peso e disturbo dell’immagine corporea; uno degli aspetti più gravi è la negazione della malattia e la resistenza al trattamento terapeutico.
                    Nella popolazione generale di età maggiore di 18 anni e di sesso femminile sono stimati tassi di prevalenza lifetime dello 0,9% per l’anoressia nervosa; l’incidenza dell’anoressia nervosa è stimata essere di almeno 8 nuovi casi per 100.000 donne in un anno, con esordio sempre più precoce e diagnosi tardiva. Negli studi condotti su popolazioni cliniche, i maschi rappresentano tra il 5% e il 10% dei casi di anoressia nervosa.
                    L’adolescenza è l’età di esordio più frequente ed il disturbo si manifesta progressivamente con riduzione dell’apporto calorico giornaliero (dieta ferrea) e attraverso manifestazioni come disturbi digestivi, selettività sugli alimenti, riduzione dell’appetito e utilizzo eccessivo e ossessivo dell’attività fisica. Questo porta a un calo del peso corporeo più o meno marcato, talvolta raggiungendo livelli di rischio per la vita e accentuando il quadro psicopatologico conseguente alla malnutrizione (sintomi depressivi, ritiro sociale, irritabilità, preoccupazione per il peso, aumento del controllo sul cibo…).
                    L’ostilità inizialmente è rivolta soprattutto verso il proprio corpo e il cibo diventa oggetto di particolare attenzione e la cucina un vero e proprio hobby coltivato soprattutto per gli altri; ogni pasto si trasforma in un momento di grande difficoltà e campo di battaglia per la famiglia, talvolta con comportamenti estremi come nascondere o buttare via il cibo.
                    Pur essendo primariamente disturbi psichiatrici, i disturbi dell’alimentazione producono spesso complicanze fisiche anche serie, secondarie alla malnutrizione e/o ai comportamenti impropri messi in atto per ottenere il controllo sul peso e sulla forma del corpo. Le persone con anoressia nervosa, in particolare, hanno una mortalità tra le 5 e le 10 volte maggiore di quella delle persone sane della stessa età e sesso e per questo motivo viene identificata dall’ O.M.S, a livello mondiale, come seconda causa di morte tra gli adolescenti.

                    Bulimia Nervosa

                    La bulimia nervosa è caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate alimentari seguite da comportamenti inappropriati di compenso volti a evitare l’aumento di peso (come il vomito auto-indotto, l’uso improprio di lassativi o enteroclismi, l’uso improprio di diuretici, il digiuno protratto o l’esercizio fisico eccessivo); è presente come negli altri disturbi dell’alimentazione intensa paura di aumentare di peso con eccessiva distorta valutazione del peso e forme corporee, spesso associata bassa autostima.
                    Nella popolazione generale di età maggiore di 18 anni e di sesso femminile sono stimati tassi di prevalenza lifetime dell’1,5% per la bulimia nervosa. L’incidenza della bulimia nervosa è stimata essere di almeno 12 nuovi casi per 100.000 donne in un anno. Negli studi condotti su popolazioni cliniche, i maschi rappresentano tra il 10% e il 15% dei casi di bulimia nervosa. Rispetto all’Anoressia sono presenti episodi di abbuffate alimentari, rinforzate dalla restrizione alimentare e dal dieting, dallo stress o dalle emozioni negative. Alla perdita di controllo segue un forte senso di colpa, il vomito e le altre tecniche di compenso sono strategie, seppur disfunzionali, di gestire il peso corporeo, controllare la propria vita e alleviare lo stress e l’ansia.
                    È frequente la possibilità del così detto “viraggio bulimico”, ovvero il passaggio dall’anoressia alla bulimia, rinforzato proprio dalla spinta biologica al bisogno di cibo per la protratta restrizione alimentare e il sottopeso.

                    Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge-EatingDisorder (BED)

                    Le persone che soffrono di Disturbo da Alimentazione Incontrollata presentano episodi ricorrenti di abbuffata, senza l’utilizzo di condotte compensatorie.
                    Nella popolazione generale di età maggiore di 18 anni e di sesso femminile sono stimati tassi di prevalenza lifetime del 3,5% per il BED. Negli studi condotti su popolazioni cliniche, i maschi tra il 30% e il 40% dei casi di BED.
                    Gli episodi di abbuffata sono associati ad almeno tre delle seguenti caratteristiche:
                    – mangiare molto più rapidamente del normale
                    – mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni
                    – mangiare grandi quantità di cibo quando non ci si sente fisicamente affamati
                    – mangiare da soli perché ci si sente imbarazzati dalla quantità di cibo che si sta mangiando
                    – sentirsi disgustato di se stessi, depressi o assai in colpa dopo l’abbuffata
                    – marcato disagio nei confronti degli episodi di abbuffata
                    Il disturbo si accompagna spesso a sovrappeso o a obesità e può associarsi a complicanze mediche relative alle complicanze del sovrappeso come la sindrome metabolica o altre patologie come diabete, ipertensione, dislipidemie. Una percentuale considerevole delle persone che afferiscono ai percorsi di chirurgia bariatrica soffre di questo disturbo.
                    I soggetti che soffrono di Disturbo da Alimentazione Incontrollata presentano spesso una elevata comorbidità con disturbi del tono dell’umore, ansia e depressione.

                    Disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID)

                    Il Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (ARFID) è un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione più tipico dei bambini e dell’età prepubere (con maggiore frequenza nel sesso maschile rispetto agli altri DAN). Si manifesta attraverso la persistente incapacità di soddisfare le appropriate necessità nutrizionali con conseguente perdita di peso e alterazioni della crescita; si può realizzare un quadro medico-nutrizionale sovrapponibile a quello dell’Anoressia Nervosa.
                    Le alterazioni del comportamento alimentare possono essere caratterizzate da:
                    – mancanza di interesse per il cibo,
                    – evitamento basato sulle caratteristiche sensoriali del cibo (es. colore, forma, consistenza…)
                    – preoccupazione relativa a possibili conseguenze negative del mangiare (es. soffocare o vomitare…).
                    A differenza degli altri disturbi alimentari come l’Anoressia Nervosa, non si rilevano in genere il desiderio di perdere peso e preoccupazioni significative sull’immagine corporea.

                    Altri Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione

                    Oltre all’ ARFID esistono disturbi più rari e in genere più frequenti in età infantile:
                    Pica, caratterizzata da persistente ingestione di sostanze senza contenuto alimentare, non commestibili
                    Disturbo da ruminazione, caratterizzato da ripetuto rigurgito di cibo, che può essere rimasticato, ingoiato o sputato, in assenza di cause organiche.
                    Infine, esistono molteplici quadri clinici misti o in cui manca uno dei criteri per poter effettuare la diagnosi di una forma principale di disturbo alimentare.
                    Questi quadri clinici vanno sotto la
                    denominazione diagnostica di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione altrimenti specificati (es. anoressia nervosa e bulimia nervosa atipiche, alimentazione notturna…) o senza altra specificazione, ma anche con questa definizione non è escluso che si possano manifestare situazioni cliniche gravi e urgenti.

                    Consiste in una prima visita medica da parte del responsabile del Centro durante la quale viene raccolta la storia clinica, la richiesta e le aspettative del paziente e successivamente di alcuni incontri da parte dei professionisti del team (dietista/nutrizionista, psicologo/psicoterapeuta, psichiatra/NPI) per completare la valutazione diagnostica e formulare una proposta di percorso terapeutico.
                    In base alle condizioni cliniche vengono effettuate anche indagini di laboratorio (es. esami ematochimici, dosaggi ormonali, …) e strumentali (es. Calorimetria Indiretta, BIA, Holter Metabolico, MOC, Eco Addome, valutazione del ritmo sonno-veglia ..).
                    Alla fine della fase di assessment verrà condiviso il progetto terapeutico e definiti insieme al paziente obiettivi e tempi del percorso di cura.

                    E’ definito in base alla diagnosi eseguita in fase di Valutazione/Assessment, è altamente personalizzato e focalizzato sulle specifiche esigenze e problematiche cliniche di ciascun soggetto, con durata variabile in base alla condizione clinica e con la possibilità di strutturare percorsi terapeutici con un livello di cura ambulatoriale intensivo e/o semi-residenziale.
                    Il trattamento ambulatoriale multidisciplinare integrato comprende colloqui di psicoterapia individuale, visite nutrizionali con il dietista, monitoraggio medico e psichiatrico.

                    Nel caso di un trattamento ambulatoriale intensivo o intensivo/semi-residenziale oltre a quanto sopra descritto è possibile personalizzare  il percorso con assistenza al momento del pasto, TFC (Training di familiarizzazione con il cibo) o pasti assistiti a domicilio/familiari, percorso di psico-educazione secondo il metodo Mausley per familiari, sostegno alla genitorialità, terapia familiare, trattamento del Disturbo dell’immagine corporea e altre specifiche proposte secondo le necessità emerse in fase di valutazione.

                    Il percorso terapeutico, inoltre, prevedere nel corso del tempo periodiche rivalutazioni ed eventuali modifiche del progetto. In ogni fase la persona è al centro con un approccio collaborativo ed utilizza, in modo flessibile, strategie e interventi terapeutici, valorizzando le risorse del paziente e dei suoi cari.

                    L’approccio, con solide basi teoriche e in linea con le linee guida Nazionali e Internazionali, non è standardizzato e fondato su un unico modello al fine di permettere al team di professionisti, con diversi background formativi, l’attivazione degli strumenti più efficaci per la persona.

                    Specialisti di riferimento area medica
                    Dott. Giovanni Gravina – Responsabile del Centro Disturbi Alimentari, Medico specialista in Endocrinologia e con formazione specifica ed esperto nel trattamento di DAN
                    Dott.ssa Grazia Nebbiai – Medico specialista in Endocrinologia

                    Specialisti di riferimento area nutrizionale
                    Dott.ssa Carla Piccione – Responsabile Dietista
                    Dott.ssa Camilla Casagrande – Dietista
                    Dott.ssa Martina Francesconi – Biologo Nutrizionista
                    Dott.ssa Francesca Cipolli – Biologo Nutrizionista
                    Dott. Guido Guidotti – Dietista
                    Dott.ssa Alessia Benedetti – Dietista

                    Specialisti di riferimento area psicologica
                    Dott.ssa Ilaria Genovesi – Psicologa, Psicoterapeuta Responsabile
                    Dott.ssa Lucia Ricci – Psicologa, Psicoterapeuta
                    Dott.ssa Ramona Biasci – Psicologa, Psicoterapeuta
                    Dott.ssa Irene Mazzei – Psicologa, Psicoterapeuta
                    Dott.ssa Sara Pucci – Psicologa, Psicoterapeuta

                    Specialisti di riferimento area psichiatrica
                    Dott. Adolfo Bandettini Di Poggio – Psichiatra
                    Dott. Luca Maggi – Psichiatra
                    Dott.ssa Chiara Pfanner – Psichiatra

                    INFO POINT

                    RICHIEDI INFORMAZIONI

                    Per domande, chiarimenti o altre info chiama il numero +39 050 586 428 (segreteria) o compila il form sottostante, sarai ricontattato al più presto dal nostro personale addetto.