Ortopedia e traumatologia

Ortopedia e Traumatologia

Queste specialità si occupano di studiare l’apparato locomotore e di diagnosticare e trattare le patologie che interessano ossa, articolazioni, legamenti, tendini e muscoli.

L’ortopedia studia in particolare le patologie:

  • del rachide
  • della spalla
  • della mano
  • dell’anca
  • del ginocchio
  • del piede

La traumatologia si interessa di tutte le lesioni conseguenti a traumi a carico delle ossa (fratture), dei tendini, dei muscoli, dei legamenti e delle articolazioni.

  • Patologia del Rachide
  • Cifosi e Scoliosi dell’infanzia e dell’adolescenza
  • Cifosi e Scoliosi dell’adulto
  • Osteoporosi e cedimenti vertebrali
  • Ernie del disco
  • Spondiliti e Spondilodisciti
  • Tumori primitivi e/o secondari del rachide

Patologie della Spalla:

  • La sindrome da conflitto sotto acromiale
  • La Lesione della cuffia dei rotatori
  • L’Instabilità e la lussazione della spalla
  • L’artrosi con eventuale trattamento protesico (protesi totale, protesi di rivestimento o protesi inversa).
  • Patologia della Mano
  • Sindrome del tunnel carpale
  • Sindromi canalicolari dei nervi periferici (ulnare al gomito e ulnare al polso)
  • Sindrome di De Quervain
  • Dito a Scatto
  • Artrosi trapezio-metacarpica o Rizoartrosi

Patologie dell’Anca

  • L’artrosi con eventuale trattamento con protesi con tecnica chirurgica mini-invasiva
  • Il Conflitto acetabolare

Patologie del Ginocchio

  • L’artrosi con eventuale trattamento protesico (protesi totale o protesi monocompartimentale)
  • Le lesioni meniscali
  • Le lesioni cartilaginee e loro trattamento mediante terapia conservativa con infiltrazioni di farmaci condroprotettori, acido ialuronico, e/o viscosupplementazione
  • Le lesioni legamentose ed in particolare del legamento crociato anteriore
  • La sindrome femororotulea
  • Le tendinopatie del rotuleo

Patologie del Piede

  • Alluce Valgo
  • Metatarsalgie
  • Dita a martello
  • Malformazioni congenite come piede torto congenito, ipometrie e 5° dito superaddotto
  • Piede piatto del bambino e dell’adolescente
  • Sindromi canalicolari (sindrome del tunnel tarsale e/o sindrome di Civinini Morton)
  • Fascite plantare

Per quanto riguarda la Traumatologia presso la Casa di Cura San Rossore possono essere trattate tutti i tipi di frattura, non in regime d’urgenza, sia del bambino (al di sopra dei 4 anni) che dell’adulto con tecniche a cielo aperto ed eventuali sostituzioni protesiche, mini-invasive e percutanee.
Inoltre possono essere diagnosticate e trattate (con le migliori tecniche mini-invasine) le lesioni tendinee quali la lesione del tendine di Achille, la lesione del tendine rotuleo e la lesione del tendine quadricipitale, l’epicondiliti (gomito del tennista) e le tendinosi associate a peritendiniti dell’achilleo e del rotuleo.

Prestazioni e terapie


Oggi la tendenza della chirurgia oggi è quella di utilizzare tecniche sempre più innovative e minimamente invasive al fine di ridurre le complicanze, ma soprattutto di migliorare e accorciare il processo di recupero postoperatorio. La chirurgia percutanea del piede e’ una tecnica chirurgica rivoluzionaria che ben si inquadra in questo processo.  Infatti, grazie alla sua scarsa invasività, si sta rapidamente diffondendo nell’ambito della chirurgia del piede, sostituendo sempre di più le tecniche tradizionali così dette “a cielo aperto”.
Inventata negli anni ’90 da Stephen Isham, fondatore dell’Academy of Ambulatory Foot and Ankle surgery, e denominata M.I.S. (Mini Invasive Surgery), la tecnica è stata importata in Europa e sviluppata dallo spagnolo Mariano De Prado. Negli ultimi anni questa tecnica ha avuto una sua naturale evoluzione ed è oggi eseguita in maniera molto differente da quanto insegnato e descritto dal Dr. De Prado, di cui rimangono però sempre validi i principi base. Tale metodica permette la correzione delle  principali patologie dell’avampiede come l’alluce valgo, le dita a martello, le metatarsalgie e le deformità del 5º dito. Possono essere trattate anche alcune patologie del retropiede  come lo sperone calcaneare, il calcagno di Haglund ed alcuni chirurghi hanno iniziato anche ad eseguire osteotomie del calcagno. Naturalmente la chirurgia percutanea permette anche di trattare contemporaneamente diverse ma associate patologie del piede. Le correzioni ossee e dei tessuti molli avvengono con strumentario dedicato attraverso mini-incisioni. Questo strumentario è molto ridotto e semplice: microlame per le incisioni della cute e le eventuali sezioni di tendini e di capsule articolari, spatoline con la funzione di creare una camera di lavoro sicura nella quale introdurre e far agire i piccoli strumenti chirurgici, raspette per asportare i detriti e il materiale osseo che si forma con la funzione abrasiva delle frese, frese motorizzate con funzione abrasiva sulle prominenze ossee e funzione di taglio per riorientare e correggere le deformità ossee. Attraverso l’incisione cutanea, è cosi’ possibile eseguire gesti chirurgici precisi che possono riguardare sia le parti molli che le parti ossee. Generalmente questi gesti chirurgici si eseguono sotto controllo di immagini radioscopiche generate da un apparecchio da brillanza.

Gli interventi si eseguono sempre in anestesia loco-regionale, ovvero mediante piccole dosi di anestetico locale alla caviglia ed al piede; la durata media di un intervento è compresa tra i dieci e i venti minuti e le vie di accesso sono talmente piccole che spesso, erroneamente, i pazienti hanno la sensazione di essere stati operati con un laser. L’intervento chirurgico è solitamente eseguito in regime day-surgery ed il paziente viene dimesso deambulando già poche ore dopo l’intervento con un’idonea calzatura a suola piatta e rigida. Il piede viene fasciato con un bendaggio funzionale che è fondamentale per il raggiungimento del risultato. Infatti il mantenimento della correzione, ottenuta durante l’intervento chirurgico, non sarà affidata a mezzi di sintesi metallici, ma proprio al bendaggio che il paziente dovrà portare per circa un mese dopo l’intervento. Il dolore post operatorio è di solito ridotto a una sensazione di fastidio ed è facilmente controllabile con i comuni analgesici.  Un altro vantaggio di questa tecnica, oltre alla mini-invasività, è l’assenza di pneumoischemia: al contrario della chirurgia aperta non viene usato il laccio pneumoischemico alla coscia o alla gamba per evitare l’afflusso di sangue nel campo operatorio. Non usando il laccio è possibile evitare tutte le complicanze ad esso connesse ed è anche possibile sottoporre all’intervento pazienti con deficit vascolari periferici riducendo i rischi di complicanze vascolari. L’insieme dei succitati vantaggi rende la tecnica percutanea particolarmente gradita ai pazienti e la connota, in alcuni casi, come un superamento delle tecniche tradizionali a cielo aperto, che comunque continuano ad avere una loro applicazione. Infatti le tecniche percutanee non possono e non devono essere usate indifferentemente in tutte le patologie e in tutti i pazienti, ma solo quando queste sono foriere di un reale vantaggio.  Questa tecnica chirurgica nelle giuste indicazioni riduce notevolmente le complicanze post-operatorie, accelera il recupero post-operatorio ed è una chirurgia esteticamente insuperabile in quanto lascia delle cicatrici impercettibili. Il dolore post-operatorio è molto contenuto e il periodo di immobilità è ridotto al minimo, per tutti questi motivi risulta molto gradita al paziente.


Chirurgia vascolare

Chirurgia vascolare

La Chirurgia Vascolare è quella branca della Chirurgia che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie vascolari in genere (arterie, vene, linfatici).

Diagnostica – Esami eseguibili:

  • Visita specialistica chirurgia vascolare
  • Visita specialistica angiologia
  • Visita specialistica flebologia
  • Esame ecocolordoppler vasi cerebroafferenti (carotidi, vertebrali)
  • Esame ecocolordoppler arterioso e venoso degli arti inferiori
  • Esame ecocolordoppler arterioso e venoso degli arti superiori
  • Esame ecocolordoppler vasi addominali (aorta e vasi iliaci, cava e vene iliache)
  • Esame ecocolordoppler arterie renali e viscerali
  • Esami sulla saliva (DNA) per la valutazione del rischio cardio-vascolare e della trombofilia
  • Valutazioni di malformazioni vascolari
  • Diagnosi e trattamento delle trombosi venose profonde e superficiali

Trattamenti ambulatoriali

  • Scleroterapia di capillari , vene reticolari , varici
  • Varici degli arti inferiori con tecniche mininvasive (lkaser, radiofrequenza, scleroterpia, CHIVA) in regime  ambulatoriale ed in anestesia locale
  • Linfodrenaggio meccanico (o pressoterapia) per edemi o flebolinfedemi
  • Bendaggi elastocompressivi
  • Trattamento delle ulcere e delle lesioni cutanee in generale (decubiti, ulcere flebostatiche, linfatiche, arteriopatiche)
  • Innesti cutanei eterologhi
  • Piccole amputazioni nei pazienti con piede diabetico
  • Incisione e drenaggi di ematomi

Interventi chirurgici:

  • Varici degli arti inferiori con le seguenti tecniche
  • Stripping
  • Laser o radiofrequenza
  • CHIVA
  • Scleroterpia e scleromousse
  • Flebectomie semplici
  • Interventi per gozzi emorroidari con tecnica Laser HELP
  • Incisione e drenaggio ematomi e gozzi varicosi trombizzati
  • Posizionamento di cateteri venosi centrali (PIC, PORT ecc)
  • Posizionamento di fiiltri cavali (nella prevenzione/trattamento delle tromboembolie)
  • Angioplastiche periferiche nei pazienti arteriopatici
  • Amputazioni maggiori e minori degli arti inferiori
  • Trattamento delle malformazioni vascolari


Ginecologia e ostetricia

Ginecologia e ostetricia

Tipologia di esami eseguibili:

  • Screening ematochimici di routine
  • Dosaggi ormonali per valutazione endocrino metabolica
  • Screening patologia cervico-vaginale
  • Colposcopia, isteroscopia
  • Densitometria ossea
  • Ecografia ginecologica 3D
  • Servizio di video chirurgia
  • Chirurgia mininvasiva ginecologica per trattamento di patologie benigne e patologie oncologiche

CHIRURGIA MININVASIVA

Trattamento Patologie Benigne:

  • Fibromi uterini
  • Sanguinamento uterino anomalo
  • Cisti ovariche
  • Endometriosi
  • Patologie annessiali

TRATTAMENTO PATOLOGIE ONCOLOGICHE

  • Tumori dell’endometrio
  • Tumori della cervice uterina
  • Tumori ovarici

LASER SMOOTH™ (FOTONA)

trattamento mini-invasivo per il ripristino funzionale delle strutture vaginali. La tecnologia consiste in un trattamento laser totalmente sicuro, che non necessita di anestesia, perché completamente indolore, senza incisioni o punti di sutura. Il trattamento è di tipo ambulatoriale, rapido e si possono riprendere immediatamente le normali attività quotidiane.

Il trattamento Laser Smooth™ (Fotona) si applica ai seguenti casi:

    • Incontinenza urinaria da stress
    • Atrofia vaginale
    • Dilatazione vaginale


Neurochirurgia

Neurochirurgia

La Casa di Cura San Rossore rappresenta a Pisa un centro di eccellenza per la Neurochirurgia.

Esegue infatti interventi neurochirurgici per la cura di tutte le patologie del sistema nervoso centrale e periferico, ma soprattutto di quelle patologie tumorali, vascolari, malformative e disembiogenetiche complesse e di difficile trattamento che colpiscono le parti profonde del cervello e della base del cranio:

  • Meningiomi
  • Neurinomi di tutti i nervi cranici (acustico, ottico, oculomotore, trigemino, glossofaringeo, accessorio, ipoglosso tra i più relativamente frequenti)
  • Tumori del glomo giugulare
  • Emangiopericitoma
  • Condromi e Cordomi
  • Adenomi della Ipofisi
  • Epidermoidi e Dermoidi
  • Craniofaringiomi
  • Neuroblastomi
  • Tumori della ghiandola pineale
  • Gliomi
  • Cisti aracnoidee
  • Germinomi
  • Malformazioni artero venose (Angiomi)
  • Angiomi cavernosi
  • Aneurismi cerebrali
  • Conflitti neuro vascolari (Nevralgia del trigemino, del facciale, del glossofaringeo, dell’accessorio spinale), causati da anomalo contatto tra arteria, vena e nervo interessato

Prestazioni e terapie


Presso la Casa di Cura San Rossore vengono trattate le seguenti patologie del rachide:

  • Lombalgia e lombosciatalgia
  • Ernia del disco lombare
  • Ernia del Disco Cervicale e Toracica
  • Stenosi Lombare, Cervicale e Toracica
  • Spondilolistesi litiche e degenerative
  • Fratture vertebrali osteoporotiche, traumatiche e neoplastiche
  • Neoplasie vertebrali primitive o secondarie
  • Infezioni spondilitiche ed ascessi rachidei
  • Neurinomi e meningiomi spinali e neoplasie midollari
  • Cifosi e scoliosi degenerativa dell’adulto
  • Scoliosi idiopatica dell’adolescente
  • Patologia rachidea da artrite reumatoide

Il centro è specializzato nel :

  • trattamento del dolore vertebrale e nervoso con tecniche eco e radioguidate
  • trattamento fratture osteoporotiche con vertebroplastica
  • trattamento microchirurgico e mini-invasivo della patologia degenerativa lombare e cervicale (ernie del disco e stenosi)
  • trattamento open e/o mini invasivo delle spondilolistesi lombariinterventi di artrodesi del rachide lombare con tecnica open e/o mini invasiva con fissazione con viti e fusione intersomatica posteriore( PLIF ,TLIF), laterale (XLIF) ed anteriore (ALIF)
  • interventi di artrodesi anteriore o posteriore del rachide cervicale
  • asportazione e ricostruzione vertebrale per neoplasie vertebrali secondarie
  • asportazione microchirurgica di  neurinomi o meningiomi spinali


Otorinolaringoiatria

Otorinolaringoiatria

L’ambulatorio di Otorinolaringoiatria della Casa di Cura San Rossore di Pisa si occupa dello studio e della cura dell’intera gamma di patologie che interessano i distretti anatomici della testa e del collo, nonché di orecchio, naso e seni paranasali, cavo orale, faringe, laringe, ghiandole salivari e nervo facciale e delle vie lacrimali.

A tale scopo vengono utilizzate abitualmente tecniche diagnostiche d’avanguardia quali endoscopi rigidi e flessibili, che consentono un approccio ideale per una diagnosi precoce e migliore, capace di fornire una terapia più mirata.

Generalmente la visita otorinolaringoiatrica non necessita di sedazioni e non sono previsti limitazioni di età. La refertazione è immediata.

Nell’ambulatorio di Otorinolaringoiatria vengono eseguite procedure strumentali e diagnostiche quali:

  • fibrolaringoscopia
  • rinoscopia con ottiche rigide
  • esame audiometrico tonale e impedenzometrico
  • test clinico della funzionalità vestibolare
  • valutazione e counselling per il russamento e le apnee notturne.

L’attività ambulatoriale otorinolaringoiatrica prevede inoltre una stretta collaborazione, in modalità multidisciplinare, con altri servizi presenti all’interno della clinica: RadiologiaDermatologia, Allergologia, Pneumologia, NeurologiaNeurochirurgia e Oculistica.
In caso di indicazione chirurgica, al paziente viene data la possibilità di essere seguito in regime di ricovero ordinario o in day hospital, presso i reparti di degenza della Casa di Cura San Rossore, che, essendo dotata di due sale operatorie che dispongono di strumentazione tecnica di assoluta avanguardia nonché di un reparto di terapia intensiva, può permettere di eseguire ogni tipo di trattamento chirurgico compresi quelli di elevata complessità.

Prestazioni e terapie


La citologia nasale è una metodica semplice, non invasiva e non dolorosa per lo studio delle patologie nasali infiammatorie, in particolar modo delle riniti non allergiche e della poliposi nasosinusale. Consiste nel prelievo e nello studio microscopico delle cellule della mucosa del turbinato inferiore, prelevate con un piccolo cucchiaino di plastica morbido (detto Rhinoprobe o Nasal Scraping) e analizzate al microscopio a immersione con ingrandimento 100x. La citologia nasale fornisce gli elementi fondamentali per diagnosticare le varie forme di rinite non allergica, permette di identificare le forme di rinite mista, in cui cioè la rinite allergica si sovrappone alla rinite non allergica, e di impostare la terapia più corretta. Nei pazienti con poliposi, inoltre, la citologia nasale permette di studiarne il “livello di aggressività”, stratificando i casi dai più semplici ai più complessi. L’esame è di facilissima esecuzione, e può essere eseguito in tutti i pazienti, anche nei bambini.

L’olfattometria è un esame non invasivo per la misurazione del senso dell’olfatto. È un test soggettivo, non invasivo, che viene eseguito in regime ambulatoriale. Si esegue mediante gli Sniffin Sticks, pennarelli imbevuti di sostanze odorose, che, con varia modalità, vengono fatte annusare al paziente. L’esame olfattometrico completo si compone di varie parti, tra cui il test di screening, il test di discriminazione e il test di identificazione, tutti atti a studiare la capacità olfattiva nel suo complesso. Sono infatti molte le patologie nasali ed extra-nasali che si possono associare a una perdita parziale (iposmia) o completa dell’olfatto (anosmia), con notevoli ripercussioni sulla qualità della vita, sulla alimentazione (ad es: difficoltà nell’identificare i cibi deteriorati) e anche sul senso del gusto.  L’olfattometria aiuta a quantificare la perdita olfattiva e a verificare eventuali miglioramenti dopo adeguate terapie.


Chirurgia colon-proctologica

Chirurgia colon-proctologica

Le emorroidi o patologia emorroidaria sono la malattia proctologica più frequentemente riscontrata. Si ritiene che circa il 50% della popolazione che ha superato i 50 anni, nei paesi più industrializzati, soffra o abbia sofferto di disturbi collegati alla patologia emorroidaria (emorroidi).

L’intervento chirurgico più innovativo per quanto riguarda la cura delle emorroidi è il THD (Dearterializzazione arterie emorroidarie per via transanale), metodo che viene eseguito grazie a un’apparecchiatura alla quale viene collegato un anoscopio, appositamente costruito per questo uso.

THD è un metodo all’avanguardia nel trattamento delle emorroidi, perchè rivoluziona l’approccio chirurgico alla malattia emorroidaria, garantendo massima efficacia di risultati e riducendo al minimo i livelli di invasività, dolore e stress per il paziente.

Il metodo che comprende la dearterializzazione, ovvero l’individuazione e la legatura selettiva delle branche terminali dell’arteria rettale superiore, è la mucopessìa, ovvero il riposizionamento, grazie a dei punti sottomucosi dati dal punto di legatura dell’arteria fino alla linea pettinea, dei cuscinetti nella loro naturale sede anatomica; il tutto in anestesia locale con sedazione, in modo da consentire al paziente il ripristino della normale fisiologia ed una rapida ripresa post-operatoria, e senza asportazione di tessuto. Pertanto nel post-operatorio i disturbi per il paziente sono ridotti rispetto ai metodi più invasivi.


Flebologia chirurgica

Flebologia chirurgica

VARICI DEGLI ARTI INFERIORI

Definizione: le varici sono una dilatazione patologica di alcune vene degli arti inferiori e rappresentano il II stadio della Malattia Venosa Cronica. Tale patologia è più frequente nel sesso femminile (3:1 – 4:1), ha una spiccata componente familiare e su di essa influiscono altri fattori come il tipo di attività lavorativa, l’ambiente lavorativo, l’alimentazione (importanza del peso) e l’attività fisica.

Sintomi: Possono provocare disturbi quali pesantezza delle gambe, edema (gonfiore) delle caviglie, smania, prurito, formicolio, dolore, bruciore e crampi notturni. Nei casi più gravi e se presenti da molto tempo, possono comparire tromboflebiti di alcune di esse, eczemi (lesioni arrossate e pruriginose), dicromie cutanee associate ad indurimento della cute (lipodermatosclerosi) e nei casi ancora più gravi possono comparire ulcere.

Tipi di intervento:

È importante, prima di intraprendere qualsiasi trattamento, sottoporsi ad una visita specialistica che deve necessariamente prevedere nel corso della stessa anche un esame Ecocolor-Doppler per definire l’origine, la causa, che ha portato allo sviluppo delle varici ed il miglior approccio per eliminarle.

MICROCHIRURGIA

Indicazioni: sono candidati tutti quei pazienti allo stadio iniziale della malattia.

Tipo di Anestesia: locale

In cosa consiste l’intervento: mediante microincisioni si asportano chirurgicamente le varicosità. Questo tipo di tecnica, proprio per ma sua mininvasività, non prevede tagli e quindi cicatrici; dopo la rimozione delle varici vengono applicati solo cerotti sterili.

Decorso post-operatorio: dopo l’intervento il paziente cammina subito e dopo circa 20 minuti può tornare alla propria attività.

CHIRURGIA TRADIZIONALE

Indicazioni: sono candidati tutti quei pazienti in stadio avanzato della malattia con dilatazione eccessiva della vena grande safena o che presentano anomalie nel decorso della grande safena e che non possono pertanto essere sottoposte a trattamenti endovascolari (LASER o Radiofrequenza)

Tipo di Anestesia: locale assistita

In cosa consiste l’intervento: si effettua un piccolo taglio (circa 4-5 cm) all’inguine, si rimuove la parte malata della vena grande safena e si completa l’intervento asportando le varici presenti mediante delle microincisioni (circa 2-3 mm).

Tipo di ricovero: Day Hospital

Decorso post-operatorio: dopo circa 15 minuti dall’intervento si riprende la deambulazione e dopo circa 2 ore il paziente viene dimesso. Il paziente deve indossare una calza elastica per circa due settimane.

CHIRURGIA CON LASER O CON RADIOFREQUENZA

Indicazioni: sono candidati quei pazienti il cui stadio di malattia non è avanzato e la cui vena grande safena o piccola safena da trattare mostrano specifiche caratteristiche ecografiche.

Tipo di Anestesia: locale

In cosa consiste l’intervento: si effettua una microincisione (circa 2-3 mm) sulla coscia o sulla gamba (la sede varia da caso a caso), si inserisce all’interno della vena da trattare una fibra LASER o per Radiofrequenza; si effettua una anestesia tumescente ecoguidata dell’asse venoso e si oblitera la vena. L’intervento viene completato con l’asportazione delle varici presenti mediante delle microincisioni (circa 2-3 mm).

Tipo di Ricovero: ambulatoriale

Decorso post-operatorio: il paziente può deambulare dopo circa 10 minuti dall’intervento e dopo circa 30 minuti può essere dimesso. Il paziente deve indossare una calza elastica per circa due settimane.

SCLEROTERAPIA / SCLEROFOAM

Indicazioni: qualsiasi tipo di paziente può sottoporsi a tale procedura. In genere viene riservata a chi non può affrontare gli interventi precedentemente descritti (il cui risultato ha una maggiore durata nel tempo)

Tipo di Anestesia: nessuna

In cosa consiste l’intervento: si inietta all’interno della vena da trattare una sostanza chimica in forma liquida o in forma di schiuma (Scleromousse o Sclerofoam)

Tipo di Ricovero: ambulatoriale

Decorso post-operatorio: il paziente deambula subito e può, dopo circa 30 minuti, essere dimesso. Il paziente deve indossare una calza elastica per almeno due settimane.

TRATTAMENTO EMODINAMICO (CHIVA o ASVAL)

Indicazioni: qualsiasi tipo di paziente può essere sottoposto a tale procedura.

Tipo di Anestesia: locale/locale assistita

In cosa consiste l’intervento: tale tecnica prevede molteplici interventi programmati a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro con lo scopo di favorire il passaggio del flusso sanguigno dalle vene superficiali malate a quelle profonde. Si fanno piccole incisioni (da 2-3 mm a 4-5 cm) in uno o più punti della coscia o della gamba mediante le quali si legano alcuni tipi di vene. Non è prevista l’asportazione delle varici presenti che, nel tempo, scompaiono autonomamente.

Tipo di ricovero: ambulatoriale

Decorso post-operatorio: a seconda del livello a cui si interviene il paziente deambula subito o dopo circa 20 minuti e può dopo circa 30 minuti essere dimesso. Il paziente deve indossare una calza elastica per almeno due settimane.

È importante, prima di intraprendere qualsiasi trattamento, sottoporsi ad una visita specialistica che deve necessariamente prevedere nel corso della stessa anche un esame Ecocolor-Doppler per definire l’origine, la causa, che ha portato allo sviluppo delle varici ed il miglior approccio per eliminarle.

Per informazioni si può telefonare al seguente recapito: 050586217


Chirurgia della caviglia

Chirurgia della caviglia

La maggior parte dei pazienti che presentano una lesione acuta alla caviglia trae beneficio dalla fisioterapia, ma, in caso di persistenza del disturbo, la soluzione più efficace risulta essere la riparazione artroscopica dei legamenti.

Spesso il dolore alla caviglia deriva da un impingement o da una lesione della cartilagine. Anche il dolore al retropiede deriva da impingement, lesioni cartilaginee o disturbi al tendine d’Achille. A sua volta, il dolore al tendine d’Achille deriva da una tendinopatia o da una borsite.
Nonostante esistano diverse opzioni di trattamento per le lesioni cartilaginee e la maggior parte di esse siano trattate mediante artroscopia, ogni paziente è diverso e, quindi, ogni lesione richiede una soluzione su misura.

Disturbi trattati:

  • Tendine d’Achille
  • Artrosi
  • Lesioni cartilaginee e difetti osteocondrali
  • Impingement anteriore e posteriore della caviglia
  • Instabilità della caviglia
  • Disturbi del tendine peroneo e tibiale posteriore


Chirurgia della mano

Chirurgia della mano

La Chirurgia della Mano interviene per il trattamento delle seguenti patologie:

  • Neuropatie periferiche compressive dell’arto superiore (Sindrome del tunnel carpale, compressione del nervo ulnare / radiale)
  • Tenosinoviti (Dito a scatto, malattia di De Quervain)
  • Malattia di Dupuytren
    (Aponeurotomia per Malattia di Dupuytren e lipofilling: trattamento mininvasivo della Malattia di Dupuytren o retrazione dell’aponeurosi palmare: nuovo intervento che permette di evitare lunghe incisioni e che consente una guarigione più rapida [dott.ssa Grazia Salimbeni])
  • Rizoartrosi, artrosi della mano e/o del polso
  • Artrite reumatoide con relative deformità del polso e/o delle dita
  • Lesioni tendinee flessori/estensori, dito a martello, lesione di Segond
  • Lesione legamento collaterale ulnare 1°mf (lesione di Stener)
  • Malformazioni congenite mano
  • Tumori alla mano (epitelioma, xantoma, schwannoma, lipoma, angioma, etc.)
  • Traumi complessi della mano e/o del polso con lesioni tendinee, nervose ed ossee
  • Reimpianti con tecnica microchirurgica
  • Esiti post-traumatici della mano, esiti ustione alla mano

Qualche informazione in più


Sindrome del tunnel carpale (STC)

La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) è la neuropatia periferica più frequente ed è dovuta alla compressione del nervo mediano al polso nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale.
 Il tunnel carpale è un condotto localizzato al polso formato da alcune ossa carpali sulle quali è teso il legamento trasverso del carpo (LTC), un nastro fibroso che costituisce il tetto del tunnel. All’interno di questa conduttura decorre il nervo mediano insieme ai 9 tendini flessori delle dita. La terapia chirurgica della Sindrome del Tunnel Carpale è indicata in presenza della tipica sintomatologia algico-parestesica, previa conferma elettromiografica (EMG).

La tecnica tradizionale, che rimane comunque sempre valida, prevede un’incisione longitudinale di 2-3 cm alla mano, distalmente alla piega del polso, che consente l’apertura del condotto carpale mediante la sezione del LTC.

La tecnica endoscopica, utilizzata presso la Casa di Cura San Rossore, prevede invece una piccola incisione trasversale a livello della piega del polso che consente d’inserire un endoscopio collegato al sistema di videocamera, che permette una perfetta visualizzazione dell’interno del tunnel carpale e delle relative strutture.
Dopo il corretto posizionamento del sistema coassiale, e sotto controllo visivo permanente, una semplice pressione sul pulsante del manipolo, consente la sezione del legamento mediante azione retrograda del manipolo stesso.
Questo sistema innovativo con il suo concetto di chirurgia mini-invasiva offre al paziente vantaggi significativi sia nei tempi di ripresa dell’attività lavorativa, sia in termini di sicurezza, sia nei minimi esiti cicatriziali.

Il dito a scatto o morbo di Notta

Il fenomeno del dito a scatto è dovuto ad un difficoltoso scorrimento dei tendini flessori nel condotto digitale, espressione di un processo infiammatorio degli stessi.

Lo scatto è spesso doloroso, e comporta una discreta limitazione funzionale della mano, pertanto si rende necessario l’intervento di puleggiotomia, con il quale il tunnel digitale viene aperto e lo scorrimento tendineo ripristinato.

Si raccomanda una mobilizzazione immediata delle dita, favorito anche dalla riduzione rapida del quadro doloroso.

La tenosinovite stenosante di De Quervain

Si tratta di una tendinite spesso molto dolorosa del polso, determinata dall’infiammazione dei tendini abduttore lungo ed estensore breve del pollice, che decorrono nel primo condotto degli estensori.

Viene definita stenosante perché caratterizzata anch’essa da un conflitto dei tendini con le pareti del condotto, determinato sia da una predisposizione anatomica che da fattori scatenanti, come attività manuali ripetitive.

Il sintomo principale è il dolore sul lato radiale del polso, esacerbato da particolari movimenti della mano (segno di Finkelstein).

Il trattamento conservativo più efficace risulta la infiltrazione locale di cortisonici associata all’utilizzo di splint, ma la soluzione definitiva è rappresentata dall’intervento di puleggioplastica.

L’operazione consiste in una piccola incisione cutanea che consente di ampliare il tunnel e di rimuovere la sinovite, risolvendo rapidamente il quadro doloroso.

Il morbo di Dupuytren

È una tipica patologia della mano caratterizzata dalla insorgenza di noduli fibrosi nel palmo della mano, che evolvono lentamente in corde retraenti i raggi digitali, in particolare a livello del 4°/5° raggio.

La malattia ha spesso carattere familiare e colpisce prevalentemente il sesso maschile, sebbene con discreta variabilità individuale in termini di gravità e di progressione.

L’intervento di aponevrectomia selettiva rappresenta ancora la principale tecnica chirurgica correttiva, e deve essere effettuata da chirurghi esperti, date le strutture vasculo-nervose presenti nel palmo della mano e la necessità di plastiche cutanee.

Un trattamento fisioterapico post-intervento è sempre raccomandato.

La Rizoartrosi

Viene così definito il quadro di artrosi della base del pollice, che si sviluppa a carico dell’articolazione trapezio-metacarpale. Tale articolazione permette l’opponibilità del pollice alle dita lunghe, risultando fondamentale per la funzione prensile globale della mano.

La malattia rientra in un normale processo degenerativo delle cartilagini ma può manifestarsi con un quadro doloroso locale che si accentua nei movimenti di prensione, comportando una limitazione funzionale spesso grave.

Il trattamento inizialmente è conservativo (utilizzo di tutori specifici, terapie fisiche e farmacologiche)

In caso di dolore molto intenso possono essere utilizzate infiltrazioni intra-articolari di acido Jaluronico o di cortisonici, ma la soluzione definitiva è rappresentata dall’intervento di artroplastica in sospensione, che prevede l’asportazione del trapezio ed una plastica tendinea.

L’intervento in questione non comporta l’impianto di materiale estraneo come protesi o mezzi di sintesi. Occorre mantenere una piccola doccia gessata per 3 settimane, ed iniziare quindi un ciclo di fisioterapia.

Artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica di origine autoimmune che colpisce le articolazioni, si manifesta più frequentemente tra i 30 e i 50 anni prediligendo il sesso femminile.

La malattia è caratterizzata dalla proliferazione di un tessuto sinoviale con attività erosiva a partenza dalle articolazioni, per poi interessare progressivamente le ossa ed i tendini.

Le articolazioni colpite sono inizialmente quelle delle estremità, le piccole articolazioni delle mani e dei piedi, che si infiammano in modo simmetrico provocando rigidità, dolori e tumefazioni, e compromettendo progressivamente la funzionalità articolare. L’andamento dell’artrite reumatoide è variabile, generalmente caratterizzato da periodi di esacerbazione e di quiescenza della malattia.

Le conseguenze del processo cronico degenerativo a carico della mano possono essere estremamente varie, sempre espressione dell’interessamento articolare, capsulare, tendineo ed osseo, venendo a configurare nel tempo le deformità tipiche della malattia.

A tale scopo l’esperienza nella terapia chirurgica della mano reumatoide suggerisce la sinoviectomia precoce, vale a dire una sorta di pulizia delle articolazioni e dei tendini, al fine di prevenire le complicanze evolutive più gravi.

Le complicanze extra articolari sono rappresentate in genere dalle rotture tendinee, che possono essere trattate con solidarizzazioni o traferimenti tendinei, mentre la chirurgia delle lesioni ossee ed articolari prevede in genere gli impianti protesici o le artrodesi.